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Col consueto ritardo di distribuzione è finalmente arrivato anche qui un disco da non perdere, una perla pop di semplicità e armonia che ci regala una sconosciuta ragazza dalla nuova zelanda.
Bic Runga vi stupirà, regalandovi la più bella e piacevole delle collisioni. immaginatevi una fresca mattina di primavera, immaginatevi una tramonto visto sulla sabbia di fronte a un mare calmo, immaginatevi una carezza mentre siete ad occhi chiusi. La dolcezza che sprigiona quest’album è indescrivibile e spiazzante. Le melodie sono perfette nella loro essenzialità e basta una chitarra e la sua voce per mettervi subito KO (When i See You Smile). Ma quella voce… che voce! Roba da far vergognare Norah Jones per la naturalezza che emana, e la musica… roba da far ricordare un Paul Mac Cartney di 20 anni che gioca col suo basso per la semplicità delle melodie e della struttura delle canzoni. Mi viene in mente Sondre Lerche e il suo Faces Down per quell’aria così squisitamente retrò e sixties (the be all and end all, counting the days), oppure un Sheryl Crow degli esordi nei momenti più pop (Get some sleep), ma soprattutto, vuoi l’arrangiamento, gli inserti jazz o gli strumenti Norah Jones: ora questo può sembrare un paragone scomodo ed invadente, e forse potrà far storcere il naso a qualcuno ma vi assicuro, credetemi, questo disco e meglio e se lo ascoltate anche solo una volta ve ne renderete conto. Peccato non ha la notorietà che gli spetta, perché Beautiful collision vincerà di sicuro su Come away with nella lotta su cosa varrà la pena ricordare tra qualche anno.
A pochi giorni da Keren Ann mi trovo ora a dover descrivere un disco che tocca ancor di più il cuore, e che in queste fredde giornate d’inverno scalda più del tepore di un camino.
Necessario.