Einstürzende Neubauten – Perpetuum Mobile

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Raggiungimento dell’armonia?
Mi sentirei di definire semplicemente così “Perpetuum Mobile”, ultima fatica degli Einstürzende Neubauten di Blixa Bargeld, eppure c’è qualcosa che dopo giorni di ascolto continuato non riesco ancora ad afferrare. Perché sembra un album d più facile accesso rispetto agli illustri precedenti, “Silence is Sexy” incluso, ma è solo un’ingannevole apparenza.
Armonioso, sì, ma è un’armonia questa che nasce dall’instaurarsi di un ordine minuzioso fra i tanti elementi che compongono, strumenti convenzionali che si uniscono a “cose” di vario tipo in un equilibrio perfetto. Niente più ritmiche ossessive, aggressive, non più come ai vecchi tempi almeno, al loro posto c’è un’esperienza quasi onirica, a tratti new age con i campionamenti, rumori ed effetti vari che si combinano dando vita a suoni incredibilmente soavi. Lo scopo apertamente dichiarato degli Einstürzende Neubauten era quello di “far del rumore una musica”, che ci siano riusciti definitivamente?
Questo francamente non ci sentiamo di affermarlo, di sicuro dopo quattro anni il gruppo tedesco è riuscito a compiere un passo in avanti davvero notevole e capace di far discutere. Il rischio è infatti quello di considerare questo cambiamento come un passo indietro mentre non è così: l’intero album è ingannevole, o meglio, richiede un ascolto attento a tutti, sia a chi conosce da tempo la band di Bargeld, sia ai neofiti.
Tanto per un dato statistico, e per curiosità del lettore, ecco un breve elenco delle “armi non convenzionali” usate in quest’album: compressori ad aria, tubi di plastica, percussioni con plastiche e metalli, uno pneumatico (!?!), un tornio, foglie di tiglio essiccate, un fornello a gas e altra roba ancora. Insomma, ai nostri non manca la fantasia, ma soprattutto il lampo di genio che consente loro di suonare cose che un comune mortale mai si sognerebbe di usare in maniera così desueta.
Abbiamo così un album indubbiamente ammaliante, a partire dall’opener conturbante “Ich gehe jetzt” siamo coinvolti nelle musiche degli EN senza possibilità di uscita. Saliamo così sull’ottovolante “Perpetuum Mobile”, la title track di oltre 13 minuti contenente il maggior numero di elementi noise, che nel suo quasi nonsense («bus / escalator / moving walkway / moving walkway / escalator / baggage cart / limousine elevator ») esalta il moto perpetuo come continuo anelare verso l’ordine definitivo, verso l’armonia universale dopo anni di caos fatto musica.
In pezzi come “Ein lechtes leises Säuseln”, “Boreas” e “Ozean und Brandung” entriamo in vere e proprie dimensioni oniriche come mai ci era capitato di provare in un album degli EN, grazie anche alla voce di Blixa, particolare ed espressiva come sempre. Molto belle anche le ritmiche semplici e tribaleggianti in “Youme & Meyou”, o ancora quelle inquietantemente metalliche di “Ein seltener Vogel”, o ancora quelle fredde e glaciali della conclusiva “Gründstuck”, in un delizioso contrasto col suono del basso elettrico e del validissimo quartetto d’archi ospite.
Alla fine possiamo concludere che gli Einstürzende Neubauten sono ancora riusciti a stupire, forse in maniera non più immediata come un tempo, ma bisogna tenere in considerazione che ciò che vogliono proporre Bargeld e soci adesso è ben diverso da quegli assalti sonori alle soglie della crimità di un “Kollaps” od un “Halber Mensch”.
Ma c’è ancora una cosa da dire: quest’album è stato realizzato con un apporto concreto da parte dell’affezionato pubblico, che versando 35€ ha potuto assistere e interagire col lavoro della band collegandosi al sito Neubauten.Org, oltre a godersi materiale inedito.
Che dire, all’avanguardia, sempre e in ogni campo. E pare sia già iniziata la fase II di questa esperienza, ne sentiremo delle belle…