Betts, Richard – Highway Call

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Quello di Richard Betts, alias Dickey, è uno dei nomi più importanti del rock made in USA degli ’70 sia per quello che ha fatto con la Allman Brothers Band sia per l’influenza che il suo stile ha avuto su moltissimi chitarristi arrivati dopo di lui. Chitarrista e autore di grandissimo talento Dickey ha avuto due grandi sfortune nella sua carriera: primo ha avuto come “compagno” di chitarra l’immenso Duane Allman che ne ha inevitabilmente offuscato l’immagine, e secondo una volta che il minore dei fratelli Allman era morto e lui si è trovato a capo, in coabitazione con Gregg, della ABB il fenomeno southern rock era ormai giunto al capolinea. Infatti dopo lo straordinario Brothers And Sisters la stella della ABB è andata via via spegnendosi e con essa tutto il rock sudista è entrato in un periodo di crisi da cui sarebbe uscito solo un ventennio dopo.. Dell’opera di Betts con la ABB si ricordano soprattutto la mitica “In Memory of Elizabeth Reed” e la altrettanto bella “Jessica” brano cardine del gia citato Brothers And Sisters (sicuramente lo studio album migliore della band senza Duane almeno fino all’ultimo impedibile “Hittin The Note”); due canzoni che hanno segnato per sempre il suono del rock sudista e che ancora oggi vengono ripetute dal vivo. Diversamente da Duane , Dickey aveva delle influenze più classiche: egli si ispirava al jazz ma soprattutto al country e al bluegrass caratterizzando su di essi il suo modo di suonare. Nel suo fraseggio si notano anche inflessioni tipiche del R&R e del blues ma sono sempre stati i suoi lunghi assoli e suoi bendino tipicamente country e western swing a segnarne lo stile. Questo “Highway Call” è il suo primo album solista e rimane, a mio avviso, tutt’ora il migliore della sua carriera. Si tratta di album incentrato su sonorità tipicamente bluegrass e western molto incentrato sull’uso del violino di Vassar Clements, autore di ottimi dischi solisti ma noto soprattutto per aver militato nei The Nitty Gritty Dirt Band oltre ad una impressionante serie di collaborazioni prestigiose come quelle con The Band, Elvin Bishop, Jerry Jeff Walker , Townes Van Zandt , Doc Watson , The Grateful Dead. Nella prestigiosa band che accompagna il nostro in questo album spicca anche il nome di Chuck Leavell storico pianista della ABB prima e poi di Rolling Stones, Eric Clapton e molti altri. Il disco si apre con “Long Time Gone” un brano in tipico stile country western ; grande melodia il fiddle in sottofondo e un bell’uso dei cori a supportare gli assoli tipici di Dickey. “Rain” è invece un brano più bluegrass dove spiccano i lunghissimi e suggestivi assoli alla chitarra di Betts. La title Track è invece una classica ballad country con piano e violino che stendono un evocativo tappeto sonoro per la voce di Betts davvero dolce e ispirata. La successiva “Let Nature Sing” è un po’ il manifesto del disco: la musica di Betts è fatta di suoni semplici e strumenti tradizionali come il banjo e il violino che sono il grandi protagonisti del brano. Ancora una volta molto efficace l’uso del coro femminile e splendida la melodia di stampo tradizionale. Si prosegue con la lunghissima, oltre 14 minuti, “Hand Picked”: brano questo nel tipico stile di Betts, si tratta infatti di uno strumentale tutto incentrato sulla sua chitarra molto jazzy e sul superbo violino di Clements splendidamente sorretto dal piano di Chuck. Brano grandioso un vero inno alla musica del tradizionale del sud. Il disco si chiude con “Kissimmee Kid” un altro strumentale molto swingato di grande efficacia col piano assoluto protagonista.
Seamate i suoni tipici del sud “bianco” Highway Call” è il disco che fa al caso vostro, grandissime melodie ballabili e un sapiente uso degli strumenti tradizionali fanno di questo album uno dei migliori del suo genere. Se a tutto questo ci aggiungete la straordinaria chitarra di Betts il gioco è fatto.