Japan – Oil on Canvas

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Lo scioglimento dei Japan dovuto a insolvibili dissidi personali nel 1982 lasciò un vuoto incolmabile: il movimento neoromantico aveva perso i suoi mentori, nonché uno dei gruppi che meglio avevano saputo esprimere le potenzialità di questo genere, il quale avrebbe via via perso molta della sua inventiva, orientandosi verso i lidi di un assai più banale pop usa e getta.
L’anno successivo allo split uscì tuttavia “Oil on Canvas”, l’unica collezione riguardante la band che chi vi scrive ritenga avere un senso – molto più della piatta “Exorcising Ghost” che la seguì. Ciò che “Oil on Canvas” offre di peculiare è il fatto di essere una raccolta dal vivo, e allo stesso tempo l’unica release live che il combo capitanato da David Sylvian abbia mai dato alle stampe: questo fatto si concretizza in un grosso punto a favore per il disco – inizialmente uscito come doppio LP – che si eleva dallo status di semplice raccolta facendoci conoscere un lato dei Japan che ormai non possiamo più verificare.
“Oil on Canvas” è quindi una release importante che non può certo mancare a un loro fan, ma che può essere a tutti gli effetti consigliata anche a coloro i quali ancora non conoscono il gruppo. In essa l’ascoltatore può apprezzare la grandissima voce di David Sylvian dal vivo, capace di emozionare ancor più che su una release in studio se vogliamo, perfettamente coadiuvata delle tastiere del grande Richard Barbieri – oggi forse più noto per la sua attività coi Porcupine Tree di Steve Wilson – e del bravo batterista Steve Jansen, senza per questo dimenticare l’onesto lavoro del bassista Mick Karm e del chitarrista Rob Dean.
Purtroppo nell’edizione dell’album a nostra disposizione – quella originaria del 1983 – non sono presenti molti credits e non possiamo sapere dove e quando (anche se possiamo dedurre che fosse durante il tour di “Tin Drum”) siano state registrate le varie canzoni: una lacuna che speriamo sia stata colmata nella riedizione uscita nel 2003, se non altro per soddisfare i fan più esigenti.
“Oil on Canvas” ad ogni modo contiene delle esibizioni di tutto rispetto dei migliori pezzi tratti dagli ultimi due album della band, quelli divenuti pure i più celebri negli anni successivi: “Gentleman take Polaroids” del 1980 e “Tin Drum” del 1981, riproposti mirabilmente soprattutto grazie alla maestria di Sylvian, Jansen e Barbieri, le autentiche colonne portanti dei Japan dal vivo, enorme il primo con la duttilità e la delicatezza della sua voce, indispensabili gli altri due per il modo perfetto in cui riescono a ricostruire con minuzia le atmosfere degli album in studio – ascoltate “Nightporter”, “Visions of China” o “Methods of Dance”, solo allora potrete capire la raffinatezza e la bravura di questi artisti.
In aggiunta, vi sono tre inediti strumentali dal vivo: la opener “Oil on Canvas”, l’intermezzo “Voices raised in welcome, hands held in prayer” e la conclusiva “Temple of Dawn” (conoscendo Sylvian, potrebbe benissimo essere un omaggio all’omonimo romanzo di Yukio Mishima).
Un live riuscito sotto molti aspetti, che presenta a nostro avviso solo una lacuna: esclude i brani degli album usciti nella seconda metà degli anni ’70, per via della “solita” questione di diritti d’etichetta. Infatti, quegli album uscirono per la BMG, mentre invece gli ultimi due – “Oil on Canvas” incluso – sono sotto la Virgin. Un fatto a cui non è stato provveduto neppure con la riedizione dell’album, che – digipak bellissimo a parte – offre a quanto ci risulta i medesimi contenuti della vecchia edizione, divisi però in due CD.
Ad ogni modo, qualsiasi edizione decidiate di acquistare, si tratta di una release di eccellente fattura che i fan dei Japan devono assolutamente possedere, e che si può benissimo consigliare anche a chi fosse completamente a digiuno riguardo a questo storico act, per riuscire a farsi un’idea.