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Tim (Armstrong, leader dei Rancid) ha passato un brutto anno. Tim ha fatto a pugni con la vita durante lo scorso anno. Tim è stato lasciato dalla moglie Brody (cantante e chitarrista di un altro gruppo punk-rock, i Distillers) ed ha perso un caro amico (Joe Strummer) lo scorso anno. Nonostante tutto Tim è sopravissuto, grazie alla musica e agli amici più fidati. Da tutte queste vicissitudini è nato “Indestructible” sesto album in studio dei Rancid e il primo inciso per la Hellcat, l’etichetta di loro proprietà distribuita dalla Warner. Nelle note del booklet (davvero interessanti: ogni testo è corredato da pensieri e curiosità scritti dai vari componenti della band) Armstrong spiega che “lo spirito umano è indistruttibile” e che “la musica è stata la nostra salvezza fin dal primo giorno”: queste poche parole sintetizzano perfettamente lo spirito dell’intero album, forse il migliore dell’intera discografia del gruppo nato dalle ceneri degli Operation Ivy. Le diciannove tracce di “Indestructible” mettono perfettamente in mostra tutte le caratteristiche e le influenze dei Rancid partendo dal punk-rock per arrivare allo ska, passando attraverso il reggae ed il combat rock dei Clash, di cui i Rancid sono gli unici diretti eredi. Ascoltando questo disco, in effetti, si ha la netta sensazione che il fantasma Joe Strummer aleggi in ogni canzone.
Si parte con la title-track, un minuto e mezzo di punk arrabbiato come non mai, per proseguire con “Fall Back Down” (il primo singolo estratto) e la stravagante “Red Hot Moon” che racconta di una giovane donna “che non si è mai sentita di appartenere a qualcuno o a qualcosa”. Gli episodi migliori arrivano con “Out Of Control”, “Arrested in Shanghai”, “Born Frustrated” (potrebbe essere un buon singolo da FM) e “Tropical London”, pezzo incentrato sulla separazione tra Tim e la moglie, ma è davvero difficile trovare una nota fuori posto in questo lavoro. Le melodie sono tutte convincenti e le canzoni, costruite su strutture semplici ma solide, sono suonate con grande cuore, energia e convinzione. Prodotto da Brett Gurewitz, proprietario di quella ormai storica etichetta discografica chiamata “Epitaph” ed ex-componente dei Bad Religion, “Indestructible” è l’album più accessibile dei Rancid ed anche il più solare: affonda le sue radici in esperienze di vita negative che però vengono metabolizzate, esorcizzate e trasformate in sentimenti positivi che lasciano sempre trasparire una confortevole sensazione di speranza per il futuro.