Rossi, Vasco – Buoni o Cattivi

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Recensire un album di Vasco nel 2004 non è cosa facile; potrei liquidare la faccenda in questo modo: se la musica del Blasco non vi è mai piaciuta non sarà certo questo suo nuovo lavoro a farvi cambiare idea, se invece amate il rocker di Zonca questo album di certo non vi deluderà. Ecco la recensione potrebbe anche terminare qui perché in fondo il giudizio finale è questo, e quando si parla di uno come Vasco credo che non potrebbe essere altrimenti. Credo però che il dovere di un recensore, se pur dilettante come il sottoscritto, sia quello di spiegare il disco in questione, di andare un pochino più a fondo nelle cose analizzando anche il contesto in cui il lavoro è stato concepito e il pubblico cui è destinato; perciò , pur rischiando di essere prolisso, vedrò di raccontarvi un pochino questo “Buoni o Cattivi” e di fare anche una piccola analisi sul suo autore. Parto proprio da quest’ultima perché credo che il fenomeno Vasco vada analizzato un po’ più a fondo cercando di uscire per un attimo dai luoghi comuni. Partiamo dal personaggio: egli è sicuramente un rocker di razza, uno spirito libero ma anche , a modo suo, un poeta di strada che ha la grande abilità si saper parlare ai giovani come in pochi , soprattutto in Italia, sanno e hanno saputo fare. Certo al giorno d’oggi forse sarebbe meglio elogiare le centinaia di band di rock alternativo (per carità validissime e certamente sottovalutate) che si muovono nel sottobosco dell’underground nostrano; mi farebbe passare per un figo, per uno che se ne intende, mentre parlare di Vasco è roba da pischelli e da schiavi di MTV. Beh chissenefrega, io con la musica del signor Rossi ci sono cresciuto, le sue canzoni hanno accompagnato la mia adolescenza assieme a quelle di Springsteen, Rolling Stones, Dylan, De Andrè, Neil Young, Guccini e tanti altri. Sono uno dei tantissimi giovani, di una volta ahime, che nelle sue parole si sono riconosciuti, che hanno visto in lui un amico che diceva le cose che volevo sentirmi dire, in fondo se si analizza il pubblico cui il nostro si rivolge ci si accorge che questo è formato perlopiù da ragazzi tra i 14 e i 20 anni. Piaccia o meno Vasco questo la sa fare bene ora come 20 anni fa. Devo però ammettere che col passare degli anni la sua vena creativa si è un po’ affievolita; a mio avviso il suo ultimo album veramente bello è stato “Gli Spari Sopra” mentre sono rimasto deluso sia dal recente “Stupido Hotel” che da “Canzoni Per Me” tralasciando “Rewind” che per me con i suoi ammiccamenti alla dance è uno dei dischi peggiori del nostro. “Buoni o Cattivi” lo colloco in mezzo, non è al livello dell’ album che conteneva “Stupendo” ma è meglio degli ultimi due. Vasco ormai si affida ciecamente su degli standard ben collaudati e su dei musicisti di gran classe. Sentendo queste 12 canzoni riconoscerete le melodie e i riff di almeno una trentina di suo vecchi brani, se non addirittura di più, e pure qualche scopiazzatura come il riff di “Cosa Vuoi da Me” che parte come un famoso brano degli Offsprings e poi diventa quasi la copia carbone di “Delusa”. La title track ha l’attacco molto simile a “Urlando contro il cielo” dell’”allievo” Luciano Ligabue ma è dotata di un tiro pazzesco e nonostante il testo sia pieno di versi che dal nostro abbiamo già sentito pronunciare molte volte il brano funziona bene. Il Blasco parla chiaro, se si ascolta bene il testo non possiamo non ammettere che il nostro coglie ancora nel segno. “Sola Con Te” rientra nella lunga lista delle ballatone che Vasco ha dedicato alle donne e al suo rapporto con esse. Lui queste cose sa farle bene, sono canzoni che hanno un grande tiro live, una di quelle che il pubblico questa estate,nel immancabile tour negli stadi” canterà a squarciagola con glia accendini accesi. “E…” è un’altra ballatona pianistica sulla scia della precedente ma decisamente più romantica, anche qui i richiami ai classici del passato si sprecano. “Rock n’ Roll Show” è come dice il titolo, un rockaccio sporco e tirato anche se pure qui i richiami al celebre brano dedicato alle ragazze di “Non è la RAI” sono forti: Vasco ci aggiunge i fiati e una punta di R&B e devo dire che alla fine il risultato è tutt’altro che disdicevole, soprattutto per certi passaggi autoironici che evidenziano ancora una volta l’onestà del nostro che invita l’ascoltatore a guardare oltre. “Senorita” mi fa venire in mente almeno altre sue 20 canzoni ma mi piace. Il Blasco parla di se stesso con una punta di malinconia come ormai fa da qualche tempo, era partito con “Gabri” e questa song va nella stessa direzione.”Un Senso” è ancora lenta e malinconica a me fa venire alla mente “La Nostra Relazione” anche se ha quel crescendo tipico delle grandi ballad del nostro. “Come Stai” è uno sguardo dentro alla sua natura di incorreggibile mascalzone. In questo album le ballate si sprecano così troviamo anche “Anymore” con una bella chitarra acustica a sorreggere le liriche sempre d’effetto soprattutto quando dice “Cosa possiamo noi se non finire male, se anche l’amore può finire…..dammi da bere”!.
Bene vediamo di fare il punto della situazione allora: “Buoni o Cattivi” è pieno zeppo di tutti gli standard di Vasco, i testi trattano più o meno sempre gli stessi argomenti, storie d’amore finite, i rimpianti, la gioventù che se ne va, la voglia di non adeguarsi agli standard della società perbenistica e l’amore per l’alcool. Tutte cose che da lui abbiamo già sentito centinaia di volte, anche musicalmente le novità sono ben poche con melodie accattivanti, ritornelli killer fatti su misura per i concerti. Nonostante tutto però il disco funziona dannatamente bene, si fa ascoltare che è un piacere e le canzoni ti entrano subito in testa e ti spingono a cantare e già vedo legioni di under 20 con le lacrime agli occhi mentre ascoltano il nostro parlare di amore e scatenati quando pesta il piede sull’acceleratore. Ritorniamo così a quello che dicevo all’inizio: questo è un disco destinato ad un pubblico di giovanissimi e in questa chiave va interpretato. Vasco in fondo ha sempre dedicato la sua musica ai giovani, con loro si trova a meraviglia nonostante possa essere quasi il nonno dei più giovani tra i suoi fans. Dal mio punto di vista se un ragazzo cresce con la musica del signor Vasco Rossi nelle orecchie è soltanto un bene perché le sue canzoni non si limitano mai a dire “ohh quanto ti amo” , “oh quanto sono triste” ma vanno sempre più in fondo e sono capaci di far riflettere parlando in modo diretto, semplice ma anche poetico. Questo suo nuovo album non è certamente un capolavoro ma è sicuramente un buon disco e mi auguro che il nostro ce ne regali tanti altri.