Tesla – Into the now

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In quanti si ricordano dei metal rockers Tesla? Per i più giovani o per i meno attenti spenderò un paio di parole su di loro, prima di raccontarvi questo nuovissimo “Into the now”. I Tesla si formarono a cavallo tra gli ultimi anni ’80 e i primi anni ‘90, in un momento in cui il rock duro stava conoscendo nuove tendenze e tante contraddizioni: il declino dei rappresentanti metal più prestigiosi, la nascita di tremendi equivoci come la fantomatica scena di Seattle, discutibilissimi gruppi come Guns ‘n’ roses e Skid Row, patetiche reunion programmate di Kiss e Motley Crue, ma anche il formarsi di bands (in realtà poche) straordinariamente originali come i bizzarri Warrior soul, o gli stoners Kyuss e Monster Magnet. In questo strano clima i Tesla si fecero apprezzare per una manciata di adrenalinici metal-rock albums veramente ottimi e distanti anni luce dal classico “ruffianismo” che imperversava e saturava il mercato di quegli anni. Sebbene autori di ottime canzoni e nonostante le notevoli doti tecniche dei musicisti, ovviamente sottovalutati, i Tesla non conobbero mai il meritato successo e inevitabilmente si sciolsero dopo aver assaporato un solo attimo di gloria col bellissimo live “Five man acoustical jam” e la pubblicazione del classico “Best of” nel 1995. Tornano oggi, nel 2004, con la formazione originale, e con un disco a dir poco esaltante. “Into the now” è un concentrato di energia, di accattivanti refrain, di fiammanti canzoni alternate a stupende rock ballads. Il sound, sapientemente aggiornato ma col solito riguardo a suggestioni hard rock degli anni ‘70, fresco e potente come mai prima di oggi, sembra consegnarci una generosa band all’esordio: Jeff Keith sfodera una animalesca prova vocale da dieci e lode, la coppia d’asce Hannon/Skeoch si lascia apprezzare per i consueti, splendidi scambi melodico/armonico e gli immancabili e rocciosi guitar riffs, la sezione ritmica pesta che è un piacere. Le songs? Tutte fantastiche per senso del groove: la title track, Heaven nine eleven, Look @ me, What a shame, Mighty Mouse sono veri e propri fiumi in piena in cui è veramente arduo non lasciarsi trasportare dall’energia dei Tesla. Emergono con immenso piacere del sottoscritto nostalgici riferimenti al già citato live “Five man acoustical jam” in “Come to me”, episodio semi acustico di sicuro effetto, mentre la conclusiva Only you è un momento di incantevole romanticismo. In definitiva un bell’esempio di sanissimo metal rock senza fronzoli come da tempo non se ne sentiva. A mio parere i canoni di questo genere sono tutti nascosti tra le canzoni di questo “Into the now”. Un graditissimo ritorno.