Full Effect – Reconcilement – At Present, A Sweet Lullaby

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Ecco un gruppo nel cui vocabolario non esiste la parola “confine”. I Full Effect, band veneta in giro da ben 10 anni, pubblicano nel 2002 questo secondo full-lenght, intitolato “Reconcilement – At Present, A Sweet Lullaby”, dopo “Poliphase” cd di debutto autoprodotto datato 1996 ed un ep uscito due anni più tardi con il titolo di “Emotional Industrialism Vice”. Il disco ci presenta quattro musicisti in buona forma che propongono con originalità e buone intuizioni un accattivante mix di hardcore, noise e crossover che richiama sonorità care a band come Will Haven e Unsane (con i quali hanno anche diviso il palco). Quelle di “Reconcilement…” sono 13 tracce nervose, rabbiose e disperate, così piene di emozioni e tensione che si ha l’impressione di correre sul bordo di un precipizio per tutti i (quasi) 42 minuti di durata del disco. Si comincia alla grande con “In A Winter I Found A Rock”, “Another Body” e “Kisses Kisses” tre pezzi in cui la voce e le urla schizzate di Chris insieme con le chitarre affilate di Nick ti rapiscono, riuscendo a catapultarti al centro del sound dei Full Effect. Poi tocca alla nevrotica “Dark Cats On The Window”, alla straniata “Cry Down” e all’oscura “Black 1” catturare le tue orecchie ma è solo un momento perché la violenza e la follia dei due minuti di “Maddame Lily” sono già pronte a stregarti. E via così fino a “The Wheel”, conclusione perfetta per un disco così fuori dagli schemi. Insomma la qualità dei brani contenuti in questo lavoro pubblicato dalla solita Loudblast è una spanna sopra la media per quello che riguarda il genere post-core: “Reconcilement – At Present, A Sweet Lullaby”, pur non essendo un album immediato o di facile ascolto, è una delle poche produzioni italiane ad avere sapore e carattere internazionale.