Bark Psychosis – Codename: Dustsucker

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Un silenzio durato troppo a lungo, oltre 10 anni di assenza per una band che forse non conosce eguali per creatività, eleganza e sperimentazione in ambito rock. Un silenzio finalmente rotto da questo superbo “Codename: Dustsucker”. Di loro nessuno più parlava, perché le cose passano, altre realtà ne prendono velocemente il posto, ma quel “Hex” del 1994 stava lì a ricordare che gli indiscussi re dello space rock psichedelico erano loro. Non ci sono “porcospini” che reggano, la magia che gli inglesi Bark Psychosis riescono a sprigionare nelle loro composizioni è un qualcosa di difficilmente spiegabile a parole. So che molti di voi che leggete probabilmente non sapete manco chi sono, per questo tenterò, forse senza successo, a descrivere il loro sound. Immaginate un ideale incontro tra le soffici atmosfere dei Massive Attack e le progressioni armoniche dei Porcupine Tree meno commerciali, con meno elettronica e più sonorità acustica e molti elementi di indiscussa eleganza, creati da interventi di tromba o vibrafono. Ascoltando un disco come “Codename:Dustsucker” si avverte uno spessore artistico raro e si finisce anche col guardare con altri occhi alcuni dischi di altri artisti che abbiamo chiamato frettolosamente capolavori.
Andando a parlare delle splendide composizioni su disco mi è impossibile estrapolarle dal loro contesto generale, vi basti sapere che non c’è una sola caduta di stile, si tratta di un continuo susseguirsi di estasi sonora, di emozioni liquide che si espandono pian piano, di affascinati contrasti tra delicatezza e sperimentazione mai fine a se stessa, in cui percussioni di cristallo, chitarre mai invadenti e sempre toccanti, un basso pulsante nello spazio, piano, synth e tocchi elettronici fanno da sfondo a voci immerse in tormenti che paradossalmente riescono a donar pace.
Cosa aggiungere per un disco che probabilmente resterà nel mio lettore molto a lungo. Senz’altro uno dei dischi più profondi degli ultimi 10 anni insieme a “Further” dei Flying Saucer Attack e qualche titolo dei Subarachnoid Space e pochi altri, con “Codename: Dustsucker” i Bark Psychosis hanno confezionato a mio avviso il disco “perfetto” di psichedelia moderna. Più bravi dei Porcupine Tree? Con tutta probabilità.