Blonde Redhead: Così ipnoticamente stregati

E' bello avere conferme da gruppi come i Blonde Redhead che, dopo una presentazione dell'album al Teatro Studio di Milano e un disco davvero eccezionale, hanno saputo trasformare una location non proprio sognante come lo stadio comunale di Chieri (To) in un tripudio di sensazioni forti, di battiti di cuore intensi e sospesi a mezz'aria. Ad aprire il concerto ci hanno pensato i torinesi Gatto Ciliegia contro il grande freddo iniziando con un intrigante cantato francese ne “l'irréparable'”, un set disteso e tranquillo e sopratutto piacevole da seguire senza grandi distrazioni. Nel momento in cui i due gemelli Pace e Kazu salgono sul palco, però, l'atmosfera cambia notevolmente creando una bolla di sapone ipnotica che non lascia scampo attorno a loro. L'inizio non troppo convincente con “Falling Man” svanisce velocemente per fare posto a tutta la sensualità che i Blonde Redhead sanno trasmettere, alla voce di Kazu, stridula e forte allo stesso tempo, sempre ammalliante e irresistibile, alla batteria di Simone che scandisce questi attimi di pura poesia sopra a basi elettroniche a tratti orchestrali e a tratti sospese a mezz'aria in pure stile dream pop, e alla chitarra di Amedeo che si muove meccanico per il palco dividendosi tra i suoni ruvidi dei pezzi vecchi e tra quelli liquidi dei momenti di “Misery is a Butterfly”. “Messanger” è splendida, la cantante socchiude gli occhi e strega il pubblico in un continuo crescere di ansia e dolcezza da far venire i brividi, “In Particular” è diventata ormai manifesto di questi Blonde Redhead, energica e coinvolgente, scalda il pubblico che dallo stato di semi-adorazione in cui era caduto poco prima passa a una dimensione più spensierata e danzerecccia, “Water” è come un fiume in piena, ti travolge e ti rende schiavo del suo suono, del suo ritmo, della sua potenza. Sul palco loro sono bellissimi, come usciti dalla più affascinante fotografia mai scattata, Kazu e Amedeo si rincorrono, i loro occhi si cercano e si incrociano all'improvviso, i corpi sinuosi si arrendono alla passione trascinante delle canzoni, un continuo corteggiarsi, uno sfiorarsi senza mai toccarsi, così terribilmente sexy, così stupendamente crudele, e dietro di loro, Simone, scandisce inesorabile il ritmo di questa danza che sembra non avere nè inizio nè fine ma solo un continuo rinnovarsi di splendore ricercato e particolare come una serie di fotogrammi di Gus Van Sant. Il loro finale è esplosivo e maestoso, da lasciarti poi alla fine senza forza di muoverti nè di reagire, “in an expression of the inexpressible” riporta a galla la parte più noise del gruppo, Kazu appare come una gattina in calore e si perde in urli isterici e strazianti, camminando sul palco disperata come se cercasse la cosa più importante che possiede senza trovarla, in una tensione emotiva non indifferrente le note sfumano riportando alla realtà che si era persa di vista nelle ultime ore. Un live emozionante e unico, dove si sfiorano momenti eterei alla slowdive e altri duri e laceranti alla Sonic Youth, canzoni come “Misery is a butterfly” o “Anticipation” che fanno davvero tremare per una svolta sonora che oramai sembra la giusta strada per un gruppo davvero eccezionale come loro.