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Boz Scaggs è un cantante attivo ormai da quasi 40 anni; nel corso della sua lunghissima carriera ha inciso dischi di enorme successo come “Silk Degrees” (1976) o il recente “But Beautifull”. Album che lo hanno consacrato come uno dei massimi esponenti del filone Blue Eyed Soul. Ma se domandate ad un qualsiasi appassionato quale sia il suo album migliore la risposta sarà unanime: “Boz Scaggs”. Registrato in soli 6 giorni nel lontano 1969 questo album contiene una serie incredibile di classici, 9 canzoni pregne di soul, di blues e di southern music. Chiusa l’esperienza con la Steve Milelr Band e dopo un paio di album solisti mal riusciti Boz entra in contatto con l’allora direttore di “Rolling Stone” Jan Wenner che di era un suo grande ammiratore. All’epoca i direttore delle grandi riviste musicali non erano dei manager impastati con la politica e le case discografiche come oggi, ma dei veri talent scout con una grande fiuto. Wenner aveva capito che Scaggs era un vero purosangue e decise di puntare tutto su di lui producendogli il disco. Egli si attivò sfruttando le sue conoscenza nel settore per affiancare al talentuoso singer una serie di musicisti fenomenali. Fu così che alla compagnia si unirono l’Eddie Hinton, Roger Hawkins, Jimmy Johnson, David Hood, Barry Beckett, Tracy Nelson e come ciliegina sulla torta l’immenso Duane Allman session man di lusso per un brano. Proprio con Duane, Boz da vita ad una song che è diventata leggenda, un brano che ha contribuito non poco a far nascere la leggenda dello sfortunato chitarrista della ABBe che rimane tutt’ora una delle sue prove migliori ( il che non è certo poco considerando di cosa era capace Duane). Boz era, ed è tutt’ora , in possesso di una voce davvero fuori dal comune, un misto tra Ray Charles e Curtis Myafield capace di passare con disinvoltura dal soul al blues passando per il country e le ballate. Il disco si apre con “IìM Easy” uno straordinario soul di quelli che ti entrano dritti nello stomaco ed escono dalle gambe .Grande ritmo, un efficacissimo coro femminile a fare il classico controcanto tipico della soul music, una sezione fiati di grande livello e la chitarra ficcante di Hinton, accompagnano la voce straordinaria di Boz che offre una prestazione davvero super. Si prosegue con “I’ll Be Long Gone” una slow ballad soul con l’organo hammond a guidare le danze mentre la voce di Boz si fa questa volta dolce e sensuale come quella di Mayfield creando un vero standard del genere impreziosito da uno splendido assolo di sax nella parte centrale del brano. Più o meno sullo stesso tema si muove “Another Day (another letter)” anche decisamente più lenta, si tratta infatti di un classico Blue Eyed Soul uno di queso brani che hanno reso il nostro uno dei massimi interpreti del genere. “Now You’re Gone” è invece decisamente più retrò quasi un blue yodel o un country soul d’annata; un bel violino di chiaro stampo sudista in sottofondo e la steel guitar le donano quel pizzico di sound southern che ne aumenta a dismisura il fascino. La successiva “Finding Her” è una splendida ballata notturna pregna di patos con al voce di Boz che regala emozioni in quantità industriale. “Look What i Got” si muove ancora in territori decisamente country soul; sempre magistrale la prova vocale del leader soprattutto nei continui crescendo dove tutta la forza della sua ugola si può esprimere liberamente. Ottima anche la prova di Jimmy Johnson al dobro. “Waiting For a Train” è un classico di Jimmie Rodgers , il padre del blue yodel , che Boz rilegge con passione. Giungiamo così al brano cardine del disco:“Loan Me a Dime” ,rivisitazione di un brano di Fenton Robinson, che vede alla 6 corde il grandissimo Duane. 12 minuti di pura emozione in musica, questa song da sola vale l’acquisto del disco tanta e tale è la sua bellezza. Uno slow blues venato di soul da lasciare senza fiato con la chitarra di Duane che arriva diritta al cuore. Boz canta in modo a dir poco magistrale, note e parole che escono dall’anima e vanno dritte al cuore della musica. Personalmente ritengo che Duane Allman in questa song offra una delle sue migliori performance di sempre in studio e parlando di un chitarrista che di capolavori ne ha incisi a decine il che non è certamente poco. I suoi ficcanti incisi e i lunghi assolo sono pura poesia. Il disco si chiude con “Sweet Release” uno splendida country soul ballad di grandissima atmosfera.
Questo album non ha venduto molto, anzi quando uscì fu un mezzo flop ma nel corso degli anni, anche per la presenza di Duane Allman prematuramente scomparso, è diventato un oggetto di culto, forse il più disco del suo genere. Boz Scaggs è in possesso di una voce davvero fuori dal comune ma nel corso della sua carriera non ha più saputo, pur incidendo altri dischi molto belli, raggiungere il livello di questo album. “Boz Scaggs” è uno di quei dischi che andrebbero spediti su Marte o portati su un’isola deserta, un must assoluto del genere: Assolutamente impedibile.