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Finalmente!!!! Permettetemi di esordire con questa esclamazione di gioia e soddisfazione per commentare quello che a mio avviso è senza dubbio uno dei dischi più belli ed importanti del 2004: Sul “bello” ci torneremo dopo ora voglio soffermarmi sul perchè è”importante”. Innanzi tutto “There Will Be a Light” è a mio avviso il miglior album in studio di Ben Harper, un artista il nostro che è ormai da oltre 10 anni una eterna promessa, sempre vicino al capolavoro ma mai in grado di confezionarlo; ai suoi dischi mancava sempre qualcosa ma si capiva che Ben ha tutte le carte in regola per primeggiare, gli mancava solo di capire quale era al strada giusta. Sempre in bilico tra rock, pop,reggae e musiche latine il nostro ha finalmente capito che il gospel (anche se non puro) era forse la strada maestra che lo avrebbe condotto a raggiungere l’obbiettivo. In questo album il gospel è la chiave, il motore che spinge tutte le song, la base su cui si fondano tutte le melodie; ad esso poi si aggiungo spruzzate di soul e di blues e di più in generale di quel “melting pot” di suoni che da sempre contraddistingue la musica di Ben, con la differenza , enorme, che stavolta però la base è solida e in tutte le 11 canzoni si nota chiaramente un filo conduttore. Il secondo motivo per cui “There Will Be a Light” è importante sta proprio nel fatto che un artista di fama mondiale abbia pubblicato un album di gospel dando così modo ai molti che non conoscono la magia di questa antichissima musica di far la sua conoscenza. Per fare questo Harper si è affidato ai Blind Boys Of Alabama, che sono forse il gruppo gospel più famoso e longevo. Sotto varie formazioni i BBOA sono attivi da circa 60 anni e in essi è racchiuso il sapore di una musica antica ed estremamente ricca di fascino. Nel corso degli anni i “ragazzi ciechi” hanno cambiato una moltitudine di formazioni ed il solo Clarence Fountaine è rimasto di quella che era la line up originale degli anni ’40, divenendo una sorta di istituzione del gospel nero americano.. La collaborazione tra Ben Harper e i BBOA parte da lontano, prima con esibizioni live e poi con piccole collaborazioni fino a giungere questo album, non fatevi ingannare però: i Blind Boys danno un grande contributo ma questo è un album di Ben Harper, lui suona, ha scritto le 8 canzoni originali del disco ( cui si sommano 2 cover e uno spiritual) e canta con grande piglio. Il lavoro si apre con “Take My Hand”, il gospel è nell’aria , è l’ossigeno che nutre il brano e si sente forte nel cantato e nel controcanto mentre la parte strumentale è di chiara ispirazione funky con percussioni dal ritmo latino e una chitarrina wha wha; ma è il gioco, splendido, di voci che fa la differenza con Ben molto ispirato e Gorge Scott che nella seconda parte del brano da fiato alla sua ugola nera come il carbone e incredibilmente fascinosa. Ottimo inizio. Si prosegue con “Wicked Man” è decisamente più rock e melodica, molto coinvolgente ma forse un pochino scontata nonostante un bel lavoro del piano (Jason Yates) e il solito efficace controcanto dei BBOA. L’album entra davvero nel vivo con la successiva “Where Could I Go”: la voce e la chitarra sono di Harper che viene accompagnato solo dal piano e poco altro ed è qui che viene a galla la nuova forma musicale del nostro che si cala alla perfezione di in questa ballad dal forte aroma di soul , Ben canta in modo divino come un soulman navigato. Splendida davvero. “Church House Steps” è una song dal ritmo ipnotico con il ritornello ripetuto più volte, la chiave è il continuo grande gioco di voci cui si aggiunge la chitarra wha wha,leggermente distorta, e l’hammond che sanno creare un sound che definirei psyco-gospel. “11th Commandment” è un corto strumentale con al sola chitarra acustica, un ottimo intermezzo prima della splendida “Well Well Well”. Si tratta di una cover (autore è Dylan assieme a Danny O’Keefe) ma potrebbe essere un brano degli anni ’30 tale e tanta è l’atmosfera di magica malinconia che questa song, in bilico tra gospel, nelle voci, e blue , il dobro sa trasmettere. Harper è la voce solista mentre i BBOA si dedicano al controcanto e la miscela risulta davvero vincente dando vita ad un brano davvero sublime. Lo ripeto per la miliardesima volta ma questa song è al classica dimostrazione di come serva davvero poco per fare grande musica quando c’è la passione e il talento. “Picture of Jesus” l’avevamo già sentita in “Diamonds on The Side” ma questa versione la trovo leggermente superiore, più sentita ed ispirata. “Satisfied Mind” è cantata in duetto da Jimmy Carter e Harper nel più classico stile gospel, sembra quasi una jam live talmente è grande la sensazione di immediatezza e amore per la musica che sa trasmettere. “Mother Pray” è un classico per sole voci cantato , splendidamente, a cappella, un vera gemma. La title track è invece una superba ballata malinconica in bilico tra soul e gospel, fantastica la parte vocale con gli inserti solisti di un monumentale Fountaine, certamente uno dei brani migliori di tutto il disco. A chiudere l’album ci pensa “Church on Time”song dotata di grandissimo ritmo e di un tiro incredibile,ottimo il lavoro chitarristico di Ben.
“There Will Be a Light” è un album meraviglioso, splendidamente in bilico tra passato e presente, senza dubbio uno dei dischi dell’anno.