Shipping News – Flies The Field

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C’era una volta la fine degli anni ottanta. In questo piccolo apprezzamento di terra che un po’ tutti dimenticano (e non dovrebbero assolutamente farlo) si muoveva un emblematico eroe, la musica indie, un anti-eroe se proprio dovessimo fare i pignoli. Un outsider in bilico ai margini della musica, quello spazio indipendente che, in tutta onestà, aveva occhi indimenticabili, anche avendo cambiato più volte fisionomia. Durante gli anni della giovinezza cominciarono ad apparire sfumature nel suo carattere. Demoni, potremmo dire: Rodan, June Of 44, Slint.. e mai più nulla fu lo stesso. Le inquietudini del giovane diventarono impenetrabili, ed i suoi occhi cominciarono a velarsi di nero, fino al giorno che la sua superbia oscurò ogni cosa. Quindici anni dopo, il non-più-giovane ricorda il nero dei suoi occhi, in cinquanta lunghi minuti. Non è nostalgia, ma presa di coscienza – di qualcosa d’immutabile ed immanente. Come i demoni, come l’inferno, come le vie impenetrabili che portano fino a loro. E sembra quasi che il vecchio si ricolleghi direttamente al passato, come se questo non fosse mai invecchiato, mai debilitato. Negli occhi del vecchio si ritrovano i vecchi mostri (guardate la copertina), le stesse inquietudini circolari e sussulti, la stessa rabbia repressa, la stessa intelligenza nel rivolgerla verso il nulla. E solo per il recupero di ciò che ormai si pensava perso (si pensi che le tracce sono state smarrite dopo un certo Four Great Point) questo vecchio merita tutta l’attenzione possibile. Tra i dischi migliori di quest’anno – post rock ovviamente.