Jimmy D. Lane & Double Trouble – It's Time

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Cari amici blues, il 2005 continua a regalarci grandi cose, dopo una serie di dischi strepitosi ,che in questi mesi ho recensito per voi , ecco fare il suo ritorno sulle scene di un artista che personalmente adoro da anni e che ho sempre ritenuto essere un dei bluesmen della nuova generazione più completi e potenti. Parlo ovviamente di Jimmy D Lane. Quando nel 1997 ascoltai per la prima volta “Long Gone” , suo album d’esordio, ne rimasi folgorato. A questo punto vale la pena di dirvi che il soggetto in questione non è un personaggio qualunque ma il figlio di una delle più grandi leggende del Chicago blues, cioè Jimmy Rogers (col quale nel 1993 aveva fatto un album a 4 mani) per anni spalla di Re Muddy, uno dei chitarristi più influenti di sempre. Buon sangue non mente, come quasi sempre accade nel blues, e Jimmy dimostra fin da subito di essere un artista di valore assoluto. Nel 1998 pubblica “Legacy” che conferma tutto quello di buono che l’esordio aveva regalato. Sembrava l’inizio di una grandissima carriera e invece da allora di Jimmy D si sono perse le tracce fino al 2003 quando il nostro partecipa al bellissimo “All-Star Blues Jam” di Bob Margolin. Ora finalmente sembra che Lane abbia deciso di fare sul serio e si ripresenta con un album nuovo di zecca accompagnato neintepopòdimeno che dai Double Trouble con in cabina di regia un’altra leggenda del rock-blues quel Eddie Kramer amato e odiato dai fan del mancino più famoso del rock. Insomma sembra che per questo ritorno si sia davvero voluto fare le cose grande. La cosa più importante però è la musica e in questo disco amici abbiamo davvero di che essere soddisfatti. Jimmy D alterna fulminanti e incendiari hard blues a degli slow da togliere il fiato, si scatena in incredibili shuffle e incanta con suggestive atmosfere elettroacustiche. Insomma c’è da davvero da leccarsi i baffi. La sua chitarra è magica, coinvolgente e devastante, Un po’ SRV un po’ il Jimi più blues. Ma vediamo ora un po’ più nel dettaglio questo “It’s Time”. L’inizio è al fulmicotone con “What Makes Peopple”: subito irrompe il vocione roco e potente di Jimmy, un ugola la sua molto articolare, melodica e calda come quella di un Luther Allison ma graffiante come un Jhonny Winter in black version. Il brano è strepitoso, un bel tappeto sonoro steso dalle tastiere di Mike Finnigan fa scorrere i fulminanti assoli di Jimmy D che subito dimostra di che pasta è fatto. Il fantasma di SRV aleggia sulla title track, un Texas blues ad altra gradazione di ottani, i Double Trouble pompano come si deve e Lane libero di inventare come lui sa fare; sempre entusiasmante la parte vocale del brano. Sempre nel nome del grande texano è lo shuffle “24-7” ritmo vertiginoso e tanta tanta adrenalina per un brano fatto apposta per essere eseguito dal vivo. Tra le cose migliori del disco ci metto senza ombra di dubbio la suggestiva “Stuck In The Middle” una ballata elettroacustica di rara intensità, la slide è quella di Bill Garrison . Ovviamente uno dei punti forti dell’album sono gli slow come “Bad Luck” dove Jimmy è libero di dar sfogo a tutta la sua inventiva di superbo chitarrista, in questo brano ci sento una punta del migliore Lonnie Brooks, splendidi gli arrangiamenti che danno sempre qualcosa in più alla canzoni. Il pezzo migliore del disco però lo troviamo quasi alla fine: “Bleeding Heart” è una vera gemma, quasi 11 minuti di uno strepitoso esaltante,emozionante slow blues psichedelico, un incredibile mix tra Hendrix e Bloomfield tanto per rendervi l’idea, gli assoli sono innumerevoli e straordinari per inventiva ed intensità, una prova davvero maiuscola, uno di quei brani che non lasciano dubbi sulla grandezza dell’artista. Se non hai le palle song come questa non te le sogni nemmeno. Quasi 8 anni fa avrei scommesso ad occhi chiusi sul futuro di Jimmy D Lane, ora a maggior ragione rilancio ancora. Il nostro è un bluesman completo sotto tutti i punti di vista: voce strepitosa e incredibilmente duttile, chitarrista intenso e mai banale e soprattutto è uno di quello che sa farsi ricordare, se sentite una volta una sua song poi lo riconoscete ad occhi chiusi. Non è certamente SRV ma una band tosta e potente come i Double Trouble sembra essere fatta apposta per lui, speriamo che il loro sodalizio continui e soprattutto speriamo di non dover aspettare altri 7 anni per ascoltare un nuovo disco di Jimmy, di album di questo spessore ne abbiamo sempre un gran bisogno. Bentornato