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Metto subito in chiaro che questo secondo disco dei Dilaila non mi piace. Non riesce a conquistarmi, mi annoia in fretta. Con questo non voglio dire che sia butto, anzi, ma è il mio semplice parere personale, infatti, questo album riesce ad essere molto raffinato e introspettivo, ma sarà che non mi riesce ad impressionare la voce, sarà che lo trovo un poco incisivo musicalmente non resiste tra gli affittuari del mio stereo. Eppure le buone idee non mancano, la titletrack “Musica per robot” è un buon brano per fare un esempio, ma mi stufa anche questo abbastanza velocemente. I Dilaila dimostrano di essere bravi compositori, ma gli manca quella spinta emotiva capace di far entrare un disco nelle mie grazie, questo perché l’album ha dei “meno” e dei “troppo”: sono eccessivi gorgheggi vocali che se devo essere sincero non reggo, mentre in certi punti le canzoni sembrano un po’ vuote come suono globale. Questo è un peccato perché i ragazzi milanesi non sono certo un gruppo da evitare, ma per quanto riguarda i miei gusti sicuramente non ci rientrano e mentre qualcuno potrebbe innamorarsi facilmente di un disco simile a me fanno l’effetto contrario.