Marco Parente – Neve ridens

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Sin da quando lo vidi per la prima volta su un palco inquadro Marco Parente come un Corto Maltese della musica italiana: avventuroso nell’immergersi in una sperimentazione musicale che tocca con grazia più direzioni senza però perdere quel sapore un po’ antico rendendolo incredibilmente moderno, i testi tra l’idealismo senza retorica e il romantico senza compromessi. Ebbene si, in poche parole ho sempre visto questo formidabile cantautore come un eroe romatico dell’attuale panorama italiano. Il suo ultimo lavoro “Neve (ridens) 1” continua su questa linea, e dopo un bel po’ di ascolti affermo senza problemi che supera anche quel capolavoro che era stato “Tras(parente)”, ci sono episodi incredibilmente convincenti fin dall’inizio sornione di “Wake up” capace di insinuarsi danzando sulle note di pianoforte nella mente deliziandola. “Il posto delle fragole” spicca per orecchiabilità e per come è capace di colpire l’ascoltatore già dal primo ascolto. Restano la malinconia e quella leggerezza nel mettere a nudo la sensibilità che cullano nella capacità struggente come in “Io aereoporto” o nella fantastica “Colpo di specchio”. Questo disco è in poche parole un capolavoro di cui non vedo l’ora di gustare il seguito (e ammetto che l’ho preso ad ascoltare dopo parecchi mesi dall’uscita per rendermi più breve l’aspettativa). Lascio questo marinaio nel suo mare di note e parole sperando che le sue avventure continuino ad appassionarmi come han fatto finora.