Pj Harvey – To bring you my love

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Mi chiedo: ha senso parlare di questo disco scindendone i singoli aspetti? Ha senso parlare di quanto sia blues, elegante, femminile e disperato? Ha senso descrivere le emozioni di quei suoni che ti colpiscono nel profondo? Ha senso raccontare ciò che c’è dentro ai testi sezionandone le parole e discutendo il modo in cui Lei canta? No, perché si ha nelle orecchie un vortice di emozioni potenti, tutte riconducibili alla domanda “How long must I suffer?”. E allora non rimane che prendere in mano una penna e un foglio di carta da lettere, come si faceva un tempo, e iniziare a scrivere. Cara Polly, ricordo ancora la prima volta che ti incontrai: attraversavi lande di fuoco e di ghiaccio, il tuo cuore subiva la stessa dicotomia. Ma ora vieni qui, siediti con me in riva all’acqua, ma attenta a non cadere. Indossa quel meraviglioso vestito da sera rosso, e racconta. Ma non raccontarmi di quando eri felice per le mestruazioni. Non raccontarmi di quando eri eccitata e volevi che ti leccassi le gambe. No, raccontami invece di quel 1995, raccontami in dieci passi quello che accadde. Tanto so che poi te ne andrai via, a New York. Raccontami della tua disperazione, del tuo cuore infranto, della tortura dell’amore. Inizia pure, un giro di basso ti tiene compagnia, sei nata nel deserto e sei andata a letto col diavolo. Hai abbandonato il Paradiso per portarmi il tuo amore. Andiamo alla fine, Polly Jean, parliamo dell’incontro con quel ballerino vestito di nero che ti lasciò sola, maledetta e innamorata. Un sospiro dietro l’altro, ma ti prego, continua. Raccontami di quando il grano era giallo e lucente, tu ci stavi sdraiata sempre. Raccontami di quando ti sei lasciata trasportare da un violento monsone, ma era bello perdersi in esso, come in una grande passione. Raccontami di quando hai imparato a pregare. Raccontami del figlio che hai avuto da Billy o della tua amata figlia dagli occhi azzurri. Raccontami della grazia che vuoi dominare e del voodoo che vuoi lanciare su di me. Raccontami di quando i tuoi occhi erano troppo asciutti per piangere, le tue labbra troppo aride per baciare, le tue braccia troppo deboli per stringermi a te. Raccontami tutto questo Pj, e stammi vicino stanotte.