Ask for Domotic

  • Rocklab: Ciao Domotic, direi che è meglio iniziare con un’auto-presentazione, visto che qui in Italia siamo in pochi a conoscerti. Parlaci un po’ di te, di come hai iniziato e di quali sono le tue influenze principali.
  • Domotic: Ok, Mi chiamo Stephane Laporte, ho 27 e vivo a Parigi. Sono nato a Marsiglia e ho iniziato ad appassionarmi alla musica da ragazzo, suonando il violino per un paio d’anni. I miei avevano un sacco di musica classica, ma anche molti album dei Beatles, e sono gli album che in quell periodo ascoltavo di più. Poi, diventato più grande, sono passato all’elettrica e alla batteria, scoprendo l’indie fatto di noise pop, post rock, etc etc. A un certo punto dovetti spostarmi a Brest per gli studi, e l’unica cosa che riuscii a portare con me fu una piccola tastiera (quella che ho avuto in regalo al mio ottavo compleanno!), e per fare musica ho sfruttato solamente quella. Suonavo quella piccola tastiera e ascoltavo dischi con quei suoni. Quindi il mio background spazia dall’indie pop (the beatles, pavement, sonic youth, aerial m…) all’elettronica (autechre, isan, schneider tm…).
  • R: Prima di questo ‘Ask for tiger’ c’è stato l’EP ‘Smile again’. Secondo te quali sono le maggior differenze tra i due lavori? Personalmente trovo ‘Ask for tiger’ più vicino al pop, e con dei suoni elettronici più curati (amo il mare elettronico di Nyep’s club!)
  • D: Beh.. ‘Ask for tiger’ non si può considerare una risposta a ‘Smile again’, ma più una risposta al precedente lavoro ‘Byebye’, che ancora adesso non mi convince come vorrei. E’ stato un lavoro troppo elementare e innocente, e sebbene la semplicità nei dischi non ha niente di male, suona imbarazzante per me certe volte. Quindi dopo questo primo approccio sono passato a ‘Smile again’, perchè ero in quel periodo appassionato di drone music e texture sonore. Sono venute fuori canzoni così lunghe che sinceramente
    non avrei voluto su un secondo lp, quindi ho pensato a questi 3 brani ‘monumentali’ su un cd ‘mini’ (è un cd da 3 pollici), in una veste cartonata fai da te.
    Dopo questo intermezzo sono passato ad ‘Ask for tiger’, mantenendo il fascino che avevo per le texture sonore, e aggiungendoci l’amore per la melodia e il songwriting. Diciamo che di differente c’è il fatto che ho tentato di ampliare questi 2 interessi a tutto il disco, e non di focalizzarli in un unica canzone
  • R: Molti website ti paragonano a Dntel. Secondo me non è corretto. Ci può essere un po’ di Dntel nei suoni, ma in fatto di canzoni e modo di scrittura sei molto diverso. Riesco a immaginarmi alcuni tuoi pezzi suonati con la chitarra, in maniera molto intima, e con dntel questo è impossibile non trovi?
  • D: Non te lo so dire perchè ammetto di non conoscere Dntel. È vero che amo scrivere musica e che talvolta mi cimento in pezzi non propriamente elettronici, ma io amo e pereferisco più fare lavori ‘astratti’ come ‘Huds and kissesì, o ‘Nyeps Club’. C’è sempre un certo equilibrio tra i miei pezzi, un delicato equilibrio fra l’acustico e l’elettrico, l’aggressivo e il dolce, il felice e lo “scazzato”.
  • R: Il pezzo con cui si chiude l’album è davvero fantastico, mi ricorda il gran finale di Kid A con Motion Picture Soundtrack, ma in un paragone ipotetico preferisco addirittura il tuo! Sembra anche essere la canzone più struggente di tutto il lavoro. Come l’hai scritta? Sei stato spinto da qualcosa o qualcuno in particolare?
  • D: Grazie! Non conosco bene i Radiohead (non conosci I Radiohead? Ma dove c***o eri negli ultimi 10 anni?? – nota di Vamp), ma ti posso dire che non è dedicata a nessuno in quanto io faccio principalmente musica per me stesso. Ho iniziato a pensarla e a lavorarci per un progetto chiamato Audiolab: era un pezzo per un’istallazione audio visiva. Per l’album sono tornato a ‘metterci le mani’ aggiungendo violini, ottoni, e anche le parti vocali. E’ strano che suoni romantica perchè è nata come una canzone fatta solo da suoni del
    computer e vari oscillatori. Forse sono gli strumenti e le parti aggiunte a farla suonare più umana e viva.
  • R: Come nascono di solito i tuoi brani: per i musicisti di Rocklab, tu sei per l’analogico o il digitale?
  • D: Spesso la canzone è già in testa, e quindi cerco di registrarla con il cellulare o su un registratore (perchè, lo ammetto, non so scrivere le note, e quindi è il solo modo per ricordarmi i passaggi), dopodichè la risento, focalizzo e incomincio a lavorarci con il computer e gli strumenti. Altre volte accendo la tastiera o mi metto alla chitarra e provo a buttare giù qualcosa. Non ho una tecnica o un trucco particolare, e per questo dedico molto tempo alla composizione. Per quanto riguarda invece gli strumenti preferisco quelli vintage, anche se non tengono mai l’accordatura o non funzionano come dovrebbero. Ho un po’ di chitarre ‘vintage’, una roland Sh101 che adoro e anche tastiere fuori produzione, come la yamaha pss270 (che ho usato spesso su ‘Byebye’), vss200, casio vl-tone. Amo molto il suono del registratore, quindi spesso utilizzo registrazioni fatte con un 4 traccie (come le chitarre e le batterie in ‘Nyeps club’). Uso anche un vecchio Ibook g3 con Mbox e Protools, il bello del digitale è che ti permette di vedere e manipolare le tue tracks molto meglio del classico sistema analogico. E’ anche per questo che non amo le registrazioni e i suoni midi.
    Principalmente suono gli strumenti registrandoli e dopo ‘trucco’ le registrazioni al computer, con effetti semplici a molto ‘cut up’ e un editing millimetrico
  • R: Per il futuro cosa pensi di fare? Stai già lavorando a qualcosa di nuovo o preferisci promuovere questo lavoro, magari anche con un video?
  • D: Sono un po’ stanco di registrare musica per me, quindi credo che Domotic si prenderà una pausa. Sto lavorando ad un album con Miguel di Audiopixel, abbiamo fatto musica assieme per circa 6 anni, ed ora è il momento di concretizzare in una produzione! Penso sia più chitarristico dei nostri ultimi lavori. E’ ancora in una fase embrionale quindi è abbastanza difficile dire come e cosa verrà fuori. Per quanto riguarda la promozione, l’etichetta è piccola e fa quell che puo’, non abbiamo i soldi per comprare spazi televisivi, ma sul mio sito troverai parecchie cose, compreso il video di ‘I hate you forever’
  • R: Pensi a qualche data live? Come sono i tuoi concerti? Ho visto tempo fa Mugison dal vivo, suonava la chitarra, si mandava sulla loopstation e poi si manipolava col Mac. Per quanto sia stato interessante da vedere io preferisco sempre la ‘band’ in formazione classica.
  • D: Sì, abbiamo un gruppo! Suono con Stephane Garry da 4 anni, usiamo molte tastiere giocattolo, il laptop, dei registratori e svariati effetti. Economico e semplice. Solitamente ri-arrangiamo le canzoni e accompagniamo la musica con video in super8 che noi stessi giriamo. Non abbiamo mai pensato di fare musica solo con il laptop, per quanto possa essere faticoso caricare e scaricare ogni volta tutti gli strumenti, invece che un semplice portatile
  • R: Per caso ti diletti anche di Dj Set?
  • D: Oh no, non avrei abbastanza dischi, e non sono molto nella ‘cultura club’
  • R: Ho visto il tuo sito ed è davvero divertente, soprattutto ‘l’uomo dum dum dum dum’. Che rapporto ha la tua musica con la grafica?
  • D: Il mio sito è stato creato dai designer spagnoli di Aerlab, abbiamo lavorato insieme su questo progetto per parecchio tempo, e sono molto contento e soddisfatto del risultato! Loro si sono occupati della programmazione e io ho curato tutto il lato grafico/fotografico. Mi piacciono molto le ‘arti figurative’ sebbene non ho frequentato una scuola di Design, per questo faccio collage e disegni che tengo per lo più per me stesso, e ogni tanto arrivano nel web.
  • R: Siamo alla fine! Prima di lasciarci perchè non ci consigli un po’ di musica? Ho visto che hai una friendship su myspace con Audiopixel, non male il suo ultimo lavoro!
  • D: Ecco qui per te alcuni musicisti elettronici francese d’interesse: dorine muraille, mils, mr oizo, jackson and his computer band… e il collettivo suspension/clapping music: audiopixel, my jazzy child, olamm, davide balula, the konki duet … Poi consiglio sempre the beatles, the kinks, this heat, captain beefheart, kraftwerk…oldies ma evergreen!