- Gli Afraid! hanno sulle spalle solo un ep da sette canzoni, ma queste bastano a inquadrarli come una delle realtà più galvanizzanti e convincenti dell’attuale panorama musicale hard-core italiano, grazie al loro suono potentissimo ma allo stesso tempo coinvolgente e melodico.
Ho fatto quattro chiacchiere via e-mail con Francesco (seconda chitarra) e Tommy (voce-tastiere) per conoscere meglio questa promettente band.Prima di tutto se vi venisse chiesto di presentare in breve gli Afraid! cosa direste?
- E’ una domanda decisamente impegnativa. Siamo in 5.
Viviamo tra Verona, Vicenza e province.
Alcuni di noi partono influenzati dalla scena di san diego di qualche anno fa, il resto è venuto da solo. Ma non solo. - La prima volta che un mio amico mi fece ascoltare la vostra musica rimasi totalmente spiazzato dall’unione tra la potenza delle sonorità unita agli innesti di tastiere. Come nascono le vostre canzoni?
- Abbastanza lentamente. A volte dalla tastiera, a volte dalla chitarra, per fortuna mai dalla voce. In ogni caso siamo parecchio attenti, in maniera quasi asfissiante, al songwriting, finché non siamo tutti e cinque soddisfatti non andiamo avanti.
- Cosa fanno gli Afraid! nella vita? Come le esperienze personale influiscono sulla vostra musica?
- Studiamo e lavoriamo a singhiozzo, tutto questo influisce solo a livello di tempo materiale. Per fortuna, a parte alcune necessità lavorative (che nella maggior parte dei casi sono un vero e proprio ostacolo, e abbiamo avuto anche dei casi di ernia), stiamo più o meno tutti facendo quello che ci piace fare. Escluso Cigno che vive di espedienti (e forse nell’illegalità…) dopo una laurea in un tarocco del dams cinema e una specializzazione da riforma Moratti, che lascia il tempo che trova, soprattutto umanamente.
Siamo quasi tutti studenti universitari o di master post-laurea, lavoratori precari, disoccupati; facciamo cose, vediamo gente.
Per questo gli Afraid! non sono qualcosa a cui facciamo riferimento unicamente per canalizzare le nostre esperienze, nel senso che le nostre esperienze, sono già canalizzate in esse stesse; è più il gruppo
che influsice sulla nostra vita in generale proprio perché ne è parte integrante. Penso. - Ritengo l’attuale scena “arrabbiata” italiana, che parte dall’hard-core e arriva allo screamo, la migliore al mondo per la capacità dei gruppi di dare personalità e idee al genere musicale. Dato che vi inserisco, per quanto riguarda i miei gusti, tra i vertici di questo fenomeno, qual’è la vostra opinione al riguardo?
- A noi piacciono molto i gruppi italiani. Molti dei
nostri gruppi preferiti, del passato e del presente, sono italiani. C’è qui una personalità difficile da trovare altrove.
Conosciamo molto bene (a livello musicale e
personale) le esperienze della nostra grigia regione che, tra la nebbia invernale e l’afa estiva riesce sempre a sfornare proposte veramente interessanti - La cosa secondo me impressionante è come siate riusciti a realizzare un cd semplicemente stupendo in ogni suo secondo, ed è solo un ep. A quando un full lenght?
- Mentre ti scrivo è in imminente uscita uno split con i nostri schiavi “a flower collapsed”: uscirà per due etichette, la milanese holidays e la spagnola error!
L’oggetto consta di 2 pezzi per gruppo, registrati ormai più di un anno fa. Ha avuto un grande ritardo nell’uscita. Nel frattempo stiamo lavorando ad un lp, ma il tutto procede con mooooolta calma, purtroppo il
tempo che abbiamo a disposizione per trovarci asuonare è veramente poco, in questo periodo, poi, la vita è una palude di sabbie mobili, ma noi abbiamo il ventolin. - Qual è il sogno nel cassetto degli Afraid?
- Vogliamo parlare del ruolo del poeta nell’oltretomba?
O del ruolo dell’oltretomba nella poesia. O del ruolo della letteratura nella gastronomia.
Il mio sogno è fare il falegname per potermi costruire un mobile con seicentosessantacinque cassetti. - Per finire qual è la cosa di cui secondo voi ha bisogno l’attuale panorama indipendente italiano e quale quella di cui può fare volentieri a meno?
- La prima cosa che mi viene in mente è che, ad esempio, nella nostra città ci sono diversi gruppi indipendenti che stanno sgomitando per fare un video su mtv, o ritengono un vero successo suonare a qualche grosso e triste festival sponsorizzato. Questa tipo di
approccio è quello di cui si potrebbe fare a meno e non lo dico solo perché è una cosa a cui a noi non interessa; penso sia un approccio un po’ ingenuo di vedere le cose; un po’ più coesione, un po’ meno sgomitamenti e squallore.
Quello di cui c’è bisogno è forse più tranquilllità.
Nessuno è in gara con nessuno, no? L’unica gara che posso vedere come positiva è quella con se stessi, cercare di spingere il limite un po’ più in là, dato che le cose migliori accadono proprio sul limite; ma bisogna stare bene attenti a non barare.