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Il disco dei The Whitest Boy Alive è come un ghiacciolo in questo caldissimo inizio estate: fresco, piacevole, rigenerante, semplice ma incisivo.
Il progetto del King Of Convenience occhialuto Erland Oye è un concentrato di pop-indie perfetto, allegro e gradevole in qualsiasi occasione per l’ascoltatore: ‘Dreams’ suona come suonerebbero i migliori Police se fossero avvolti dal marasma di sonorità degli ultimi anni. Per tutte le dieci tracce del cd si respira un’atmosfera rilassata e solare, attiva come nell’iniziale “Burning” o nella bellissima “Above you” – guidata da un groove raffinatissimo e sorprendentemente orecchiabile. Altri brani sono più sognanti (del resto l’album si chiama ‘Dreams’…) come “Golden cage” o la dolcissima “Borders”.
Se fino a qualche giorno fa cercavo un disco per quest’estate ora ce l’ho nello stereo, ed è veramente un gran piacere ascoltarlo. Dieci piccole perle pop al posto giusto nel momento giusto che sembrano andare a braccetto con il sole, il caldo e il mare.