Giugno Truffaut – Giugno Truffaut

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Di certo questi due ragazzi non hanno bisogno dei miei miseri consigli, premetto. Ma se mi è consentito li implorerei di non dare ascolto a nessuno, di tirare dritto, cocciuti e stolidamente nudi alla meta. Perché non vorrei che qualcuno cercasse di cucirgli addosso un bell’abitino tutto agghindato per la festa e che temo andrebbe a stritolarli peggio di una camicia di forza. Ma per ora sono soltanto bagliori di future preoccupazioni,che la mente produce solo perché questo demo a quattro tracce è di una bellezza traslucente che abbacina e seduce, un incanto minimale. I Giugno Truffaut sono due ragazzi conosciutisi per motivi di studio a Lamezia Terme e condividendo l’amicizia e una certa visione musicale hanno deciso nel Giugno scorso di mettere in comune sogni e strumenti, incrociando nella loro cameretta voce,chitarra e una insinuante tastierina Roland. Sarà forse che la situazione dei locali dalle loro parti non è esattamente florida o sarà anche una certa sfuggevolezza che fa si che le loro canzoni non si prestino ad essere eseguite in un contesto qualunque, ma da quella cameretta fino ad oggi ancora non sono usciti ed è forse anche a questo che dobbiamo quel nitore cui accennavo. Nome accattivante Giugno Truffaut, ma foss’anche stato Maggio Vanzina compito improbo sarebbe l’evidenziare qualcosa da eccepire in questo quattro tracce.
Pasquale canta con un falsetto naturale, leggermente nasale e sempre trattenuto dall’eccessiva enfasi, in grado di conferire calore malinconico ai brani che interpreta (e dire che io di norma detesto il falsetto, o almeno l’uso tremendo che ne fanno buona parte dei cantanti… ma qui tutto scorre alla perfezione e ancora me ne stupisco) mentre le chitarre acustiche dialogano amabilmente ricamando morbide stoffe che avvolgono il panorama fino all’orizzonte. Difficile evidenziare delle referenze palesi; se lo spettro di Maximilian Hecker e del suo mal de vivre aleggia spesso i nostri non ne sono mai meri epigoni e nel loro elogio alla lentezza vi è un gusto più piacevolmente pop e mediterraneo. E non datemi dell’eretico se nella “sacra conversazione” Roland/acustica con quella voce in “Sottomarine Sillabe” vi scorgo rimandi a certe pagine ingiallite vergate dal nostro Battisti, o in “Altrove” certe assonanze Turin Brakes. Quando la tensione emotiva dei pezzi cresce ti chiedi quale scempio ne avrebbero fatto delle Vibrazioni qualunque e quanto possa esser difficile coniugare queste particolari sonorità ad un tale rigore espressivo.
Per ora sono soltanto quattro bellissime canzoni e ci si esimiamo dall’ esprimere giudizi più compiuti.
Certo è che se il buongiorno si vede dal mattino qui le strade da percorrere sono lastricate di pietre preziose.

P.S. Per ascoltarli o richiedere loro il demo potete trovarli qui http://www.myspace.com/giugnotruffautband