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Quel che balza subito alle orecchie è la fisicità estrema di una chitarra attorcigliata al corpo, i riverberi naturali del luogo di registrazione che donano interferenze, echi e profondità degni di un’esibizione live e infine il talento melodico compositivo di uno che la chitarra l’ha fatta diventare parte integrante del suo petto. Stiamo parlando di Thomas Bonvalet, ex chitarrista degli Cheval De Frise qui ripreso in solitaria (anche se l’ombra di uno come Tommy Emmanuel è dietro l’angolo) in compagnia di chitarra acustica, legno, cassa, manico e talvolta una fisarmonica. Il disco è un nido di nervi, tratteggia esplosioni, riverbera e registra canti di uccelli notturni, grilli, stelle, sangue e paraonia. E’ uno psicodramma nel quale noi siamo spettatori di una guerra che lega e scioglie continuamente tensioni (di volta in volta in chiese, grotte, scuderie), che parla il linguaggio delle contorsioni e dell’amore fisico. Il disco di Ocelle Mare è irresistibile in quanto pietosamente e emotivamente umano.