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Si sa, io son acido e di musica ci capisco pure poco, inoltre quando mi tocca recensire un promo spesso e volentieri faccio il cattivello e prima o poi qualcuno verrà a picchiarmi. Ebbene questa è una delle rare occasioni in cui non rischierò niente: bell’ep, belle canzoni – sui suoni c’è da lavorare, che tutto sembra un po’ ovattato, ma è pur sempre un’autoproduzione! – numerosi spunti interessanti e buoni compromessi tra riff tirati e parti più “liquide”, tra intuizioni melodiche e accelerazioni rock/crossover. Certo, questi Irony of Faith non sono esattamente gli ultimi arrivati, nati nel ’99 e con già un EP (Treasure Box) alle spalle. Difficile definirli con precisione ma bravi bravi bravi, l’attacco di “A Night Without” è semplicemente perfetto e l’arrangiamento scorre che è una favola. “Almost Morning” introduce progressioni dal sapore funky sfacciatamente Faith No More che fanno la loro figura; un po’ fiacca la ballata “More Than Anyone” che non decolla mai veramente soprattutto per quanto riguarda le linee vocali ma per fortuna “To Believe Is to Die” attacca e spiazza l’ascolto con 4 minuti di spezzettate ritmiche korniane e voci distorte che riportano alla mente il lavoro di certi Pain of Salvation, chiudendo questo breve giro di danza con la conferma di una competenza compositiva di buon livello sommata ad una certa capacità di sintesi personale. Non mi dispiacerebbe vederli dal vivo e metter le mani su full lenght su queste coordinate, c’è aria di possibili ottimi sviluppi. Bravi l’ho già detto?