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Dopo l’acclamato ‘Posthumous Silence’, i prog rockers tedeschi Sylvan tornano immediatamente in corsa con ‘Presets’, un disco che prende momentaneamente le distanze dalla complessità del precedente lavoro a favore di una agilità strutturale mai sentita sino ad oggi in casa Sylvan. Fatta eccezione per i dodici minuti e passa della title track, che a tratti ripropone quanto sentito sugli album precedenti, andando persino a rinverdire i ricordi di un passato prog metal neanche troppo lontano, ‘Presets’ è composto essenzialmente da canzoni piuttosto convenzionali che mostrano il lato più melodico e raffinato del gruppo senza snaturare lo stile. La proposta dei Sylvan pertanto, rimane ancora in bilico tra un moderno progressive rock, che paga qualche dazio in ispirazione agli ultimi Marillion, e un rock elegante che strizza spesso l’occhio a ritornelli decisamente catchy, a conti fatti il vero piatto forte dell’album. Infatti è pressoché impossibile rimanere indifferenti innanzi al vigore comunicativo dei coinvolgenti chorus scolpiti in “One Step Beyond”, “Former Life”, “Signed Away”, “Transitory Times”, brani che sottolineano classe cristallina in chiave di composizione e di arrangiamento. E’ peraltro nota l’accusa verso i Sylvan di non saper andar oltre la solita ricetta new prog, che al contrario percorre come pochi altri le vie delle emozioni. Pur non inventando nulla che i Marillion non abbiano già introdotto dopo l’avvento di Steve Hogarth, i Sylvan mettono a segno il primo grande colpo di questo 2007. E se ‘Posthumous Silence’, con le dovute cautele, è stato il loro ‘Brave’, questo ‘Presets’ è senz’altro il loro ‘Holydays in Eden’, con i Marillion questa volta impegnati a calcolarne le giuste proporzioni.