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A volte sono i particolari che ti fregano: un nome che è cinefilo ma che sembra necrofilo, un ritrito pastello munchiano in copertina, un titolo in favella italica che alle orecchie dei loro autori deve suonare particolarmente sinistro ma che a noi del Belpaese sembra soltanto un po’…strano. Poi ci sono i testi, ispirati alla nostrana Divina Commedia, che malcapitano a pochi mesi soltanto da ‘Dante XXI’ dei Sepultura dove i versi dell’Alighieri erano ridotti a pretesto per l’ennesima macelleria. Per tutte queste – più che superficiali – ragioni i Murder By Death rischiano di passare per dei qualsiasi deathmetallers norvegesi o giù di lì e di non raggiungere il pubblico che potrebbe apprezzarli: il che sarebbe davvero un peccato, visto che il gruppo è attualmente uno dei pochi sulla scena americana a meritare qualcosa in più di un ascolto distratto, e che questa loro ultima creatura è davvero un lavoretto ammodo. Trattasi infatti di un alt rock a stelle e strisce di prima fattura, originale come se ne sentono pochi, in cui un suono solido e ritmato rende per bene l’idea di gironi e dannati (vedi i cori sguaiati di “ Dead Men and sinners” ) senza mai cadere nel goticismo scontato. Il violoncello, parte integrante dell’organico, è riscattato, vivaddio, dalla solita funzione di sottofondo-per-ballads-malinconiche e fa il suo porco mestiere anche nei brani più movimentati. Per tutte queste dodici tracce inoltre, il gruppo è impegnato in un’interessante dialettica fra l’american sound del presente -l’emocore non risparmia più nessuno- e la tradizione passata: “sometimes the line walks you” parafrasa esplicitamente Johnny Cash, uno di quelli che, assieme a Tom Waits e Nick Cave, fanno da numi tutelari soprattutto nella seconda e più riflessiva facciata del disco. E se proprio da queste parti i nostri sembrano perdere un po’ di mordente, il finale collettivo di “The Devil Drivers” accelera di brutto e riporta al ritmo iniziale, chiudendo il cerchio, chiudendo il girone, aprendo le porte e le orecchie ad un nuovo, sospiratissimo giro di danza.