Intervista a Passe Montagne: A volto scoperto

  • Grinta, energia e tecnica, i francesi Passe Montagne sono una delle realtà rock europee che preferisco, capaci di dire tantissimo con le loro perfette costruzioni strumentali. Ho fatto quattro chiacchiere via e-mail con Julien, batterista della band, ma anche responsabile della five roses promotion:

    Rocklab: Per cominciare parlerei un po’ della musica dei Passe montagne: pur nel suo essere quadrata, precisa e composta con incredibile raffinatezza, la trovo molto grintosa, direi liberatoria. Quando componete e suonate le vostre canzoni le affrontate come valvola di sfogo?

  • Julien: Non lo so esattamente. Suoniamo pochissimo e non ci vediamo regolarmente.
    Direi che effettivamente l’idea generale sarebbe questa : riservare il tempo minimo nella nostra vita per suonare e liberare un’energia. Un po’ come praticare uno sport. Gilles e Samuel vivono nella stessa città e suonano più spesso tutti e due. Quindi fanno il 70% del lavoro insieme. durante le prove, devo velocemente adattarmi alle diverse proposte, trovare delle soluzioni. Questo processo si fa molto intuitivamente, è molto impulsivo perché non c’è scelta e non c’è tempo. Questo mi piace. L’urgenza di fare mi piace.
  • R: Anche l’espressività delle vostre canzoni è molto forte, sono qualcosa di unico, personale, pur essendo totalmente strumentali. La mancanza di testi nella musica dei Passe montagne tende ad indicare la possibilità di dire tutto quello che si vuole esprimere con la musica?
  • J: La volontà è di comunicare una cosa che noi stessi non capiamo. Qualcosa che esce dal nostro incontro però che è straniero a noi. In realtà usare la voce non ci dispiacerebbe. Ci vuole solo di trovare un cantante. Su “Long play” Paul Rodden canta su un pezzo. lui ha 45 anni, è irlandese, musicista molto interessante, purtroppo è impossibile lavorare regolarmente con lui. è troppo instabile e imprevedibile.
  • R: Così come la grinta e la personalità, secondo me dalle vostre canzoni si percepisce il divertimento del gruppo nel creare la sua musica, e credo che questo sia ancora più palese dal vivo, infatti sarei veramente curioso di sentirvi su un palco. Come affrontano i Passe montagne i loro concerti?
  • J: Io sono molto stressato prima di suonare quindi la parola affrontare è proprio giusta! Secondo me, il live è passe montagne. Il disco è solo una fotografia del gruppo. E penso che sia più divertente vederci,soprattutto perchè io sono un buffone sul palco.
  • R: Julien credo che tu abbia una buona, se non ottima, conoscenza non solo del panorama musicale indipendente francese, ma anche di quello italiano. Quali sono secondo te le similitudini più forti e le differenze più marcate tra queste due realtà?
  • J: Mi piace la domanda. Credo che ovunque ci sono le stesse problematiche. In Francia, da qualche anno, ci sono una marea di progetti interessanti che escono. Molti sono validi. si sviluppa un’ identità forte, una differenza curiosa che mi piace. In Italia lo sviluppo si fa, però lo trovo meno
    veloce e meno efficace anche se ci sono gruppi molto interessanti. Però sono gli stessi già da un pò.
  • R: Grazie alla tua promotion, la five roses, ho avuto la possibilità di conoscere alcune proposte musicali francesi veramente interessanti. Credo che uno dei maggiori problemi della musica indipendente italiana sia legato alla distribuzione, alla effettiva possibilità dei musicisti più di nicchia di far conoscere a un pubblico più ampio di quello composto dagli appassionati i loro progetti. Anche in Francia c’è questo problema? È possibile vedere in internet e nelle sue potenzialità la soluzione più semplice?
  • J: Penso che non sia la distribuzione ad essere un problema, ma la curiosità e l’educazione della gente. però è comunque vero che in Italia, da quello che so, i distributori non sono un granchè. in Giappone, in Belgio, in Francia e negli stati uniti abbiamo ottimi partners ma in Italia non c’è un cazzo. In Francia per esempio un’etichetta come la ruminance è visibile nelle grandi catene come la FNAC. In Italia da quello che ho visto è impensabile vedere questo tipo di dischi alla Ricordi, per esempio.
    Però la forza dell’ Italia secondo me è soprattutto : il live e il cibo prima dei concerti ;-)
    per internet, penso che sia veramente una risorsa importante e sarà probabilmente, il futuro della distribuzione. Mi piace pensare che posso comprare musica da casa mia, però forse la mia opinione non conta veramente perché io sono un vero nerd!
  • R: Tornando ai Passe montagne, con quali artisti italiani (se ce n’è) vi piacerebbe collaborare?
  • J: Abbiamo incontrato già da un po’ Bruno e Stefania di OvO, abbiamo fatto concerti insieme in Francia. L’incontro è stato molto bello e semplice. Con Bruno avevamo avuto l’idea di fare qualcosa insieme, con 2 batterie. Però non abbiamo potuto provare per la distanza (loro adesso vivono a
    Berlino).
    Per il resto non lo so. è gia abbastanza complicato per noi suonare insieme. lavoriamo tutti e 3, 2 di noi sono sposati. quindi il tempo per suonare con altri, non c’è. Qui in Italia, non suono mai.
  • R: Per finire questa intervista, cosa potete anticiparci dei progetti dei Passe montagne per il futuro? Disco nuovo in arrivo?
  • J: Il futuro si sta costruendo adesso. ci sarà un nuovo disco nel 2008 che uscirà in america su sickroom records/Southern in Europa su Ruminance. Distile records si occuperà della versione vinile. Faremo probabilmente diverse date in Italia, Francia, america… vedremo!