Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: |
Potrei fare un discorso di cuore o di ragione. A ragion veduta questi tre ragazzi hanno dei limiti tecnici piuttosto evidenti, la voce scazzatissima e trasandata, una batteria nei fill spesso sfasata dai riff chitarristici e dalla linea del basso, cosicché i passaggi più complessi riescono pretenziosi, e il suono è veramente scarno e secco. Però questi qua ci riescono, e riescono in qualche modo a risultare simpatici e freschi, e – considerato che l’essere absolute beginners, ma con idee e voglia di comunicare, e il do it yourself sono due atteggiamenti ereditati dalla cultura punk che hanno rivitalizzato fortemente la scena indie (e che mai andrebbero dimenticati) – questi tre tizi non appaiono poi così fuori luogo. Sono semmai molto più naive dei loro colleghi, ma con una certa grazia.
I brani sono piacevolissimi e scritti con un’ arroganza semplice e spontanea, niente fronzoli, solo riff azzeccati e linee vocali al limite tra Strokes, Ian Curtis e Iggy Pop. Il mio brano preferito è smoky electro eyes, che sembra appunto un brano degli Stooges all’altezza di Fun House, ma suonato da ubriachi pazzi. Insomma i ragazzi si faranno (in tutti i sensi), ma il talento qua e là non manca di fare capolino. E poi non so, oggi è una bella giornata. Ho già detto che sono simpatici? Sinceramente mi piacerebbe sentire più cose così che non: c’è molto più rock qui. Una band tutta intenzione.