Be Invisible Now! – Neutrino

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‘Neutrino’ risponde a modo suo ai peggiori incubi Carpenteriani: giganteschi Korg che si impadroniscono dei corpi degli umani tramutandoli in orribili oscillatori; banchi mixer impazziti e onde sonore disperse nell’assoluto panorama desertico e congelato di un’umanità sterminata da Hal9000; flussi e riflussi di informazioni e schemi primari di classificazione MSC. Ovvero ‘Neutrino’ è il lavoro di Marco Giotto fulminato sulla via di Klaus Schulze: non si parla di kosmike music in senso stretto, quanto più una rielaborazione di questa in un ipotetico suono contemporaneo, del tutto slegato dalla percezione umana ma essenzialmente legato ad un unico e costante flusso di informazioni e teorie fisiche che fanno del lavoro un piccolo compendio nerdico sul vecchio tema della paranoia robotica e fisica. Tra antiparticelle, antimateria, studi sulla massa e gas nervino ci si trova davanti ad un costante (e talvolta noioso e autoindulgente) spettro di suono che pezzo dopo pezzo fagocita bleeps, onde, loop, progressioni ritmiche e droni fino ad arrivare all’idea di pulsazioni elettrostatiche di Ikeda pensata però (nelle intenzioni di rievocazione) con trenta anni di anticipo e strumentazione totalmente analogica e soprattutto, come nella colonna sonora Carpenteriana, nell’assoluta mancanza di fisicità umana.