Black Engine – Ku Klux Klowns

Acquista: Data di Uscita: Etichetta: Sito: Voto:

Mia nonna mi raccontava di come in tempo di guerra la classica ribollita toscana vedesse ogni giorno nuovi ingredienti al suo interno, arrivando così a perdere il suo sapore iniziale. Allo stesso modo, seguire in questi anni gli Zu è diventato a dir poco arduo, anche se in fin dei conti gradevole. Risulta parecchio facile infatti ritrovare all’interno delle loro continue evoluzioni una sempre percepibile traccia delle sonorità degli esordi, anche se immersa nei continui cambi (di sapore) della loro musica.
Succede anche con questo nuovo entusiasmante progetto: Black Engine unisce il terzetto romano al chitarrista Eraldo Bernocchi (non proprio un novellino…) creando un vorticoso brodo primordiale dal quale nasce una creatura violenta, rabbiosa, potentissima, ma aggraziata nei movimenti, rapida ed elegante nel suo infilare gli artigli nella mente dell’ascoltatore.
‘Ku Klux Klowns’ è un disco che lascia l’ascoltatore tumefatto dopo il passaggio dell’orda di note barbare che lo compongono; i rari momenti di quiete sono una beffa che rende ancora più precisi gli affondi successivi di questa imponente improvvisazione “doom”.
Energia sonora allo stato puro, da cui è un piacere farsi assalire.