Lahmia – An Eternal Memory

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Si parte dalle cover dei Metallica nel 2001 e si arriva, dopo 5 anni, ad un metal melodico e variegato. Si sentono influenze da tutta la cricca gothic nordica, in particolare dei vecchi Sentenced (“Crystal Heart”, l’attacco di “Winter’s Funeral” sì, direi che è piuttosto palese) e anche richiami ai primi anni di passione per i gruppi della bay area, il tutto condito da passaggi death melodico-maideniani, sostenuto dai suoni taglienti del buon Christian Ice, il cui lavoro ormai è tappa quasi obbligata per tutti i gruppi della scena rock/metal romana. Che altro dire, degli stacchi sono davvero azzeccati, il lavoro in fase di arrangiamento c’è stato, la voce di Francesco Amerise è versatilissima, vicina al growl/scream di Orphaned Land o Haggard, ma aleggia una sensazione di approssimazione quando si considerano i pezzi nella loro interezza. La produzione è molto secca e old-school, certe atmosfere mi hanno preso alla sprovvista ricordandomi i miei dischi preferiti negli inverni adolescenziali, ma lo scorrere delle canzoni non regge, continuamente spezzettato da cambi di ritmica e inserti acustici e assoli che sembrano troppo spesso incollati lì tanto per vizio di forma. Molte riserve ma molto apprezzamento nostalgico di un certo metal che pochi ancora si divertono a suonare. Spero parecchio sul futuro.