Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: |
L’album di debutto dei Rumbe Strips è un ottimo modo per iniziare l’anno. Il loro sound è attualmente in controtendenza rispetto agli attuali standard uk: l’uso massiccio di sax e trombe e chitarre acustiche e classiche crea una malgama folk, ma le canzoni sono di tipico stampo british (dai vecchi XTC ai nuovi Fratellis). La strana malgama, che ha anche la carte giuste per fare una capatina in più d’una top ten mainstream, ha alcuni passi che riportano alla mente l’ultimo lavoro di Will Sheff e soci, ma alla tipica vena cantautorale di quest’ultimo i quattro del Devonshire contrappongono irriverenti brani pop dai toni goliardici e irriverenti, impetuosi e “scaciati” in un susseguirsi di ritmche incalzanti e cantati a squarciagola.
Le composizioni sono fresche, spumeggianti, ed hanno il loro punto di forza non tanto nella struttura, sempre diretta e dai cambi classici, ma nel mood che trasmettono: l’energia e lo spirito con i quali i quattro suonano assieme e la sottile vena epica che aleggia in ogni loro brano fa dei Rumbe Strips una sorta di anti–eroi, dei pionieri di questo strano indie-folk fatto di strumenti spremuti e consumati pur di farli suonare al massimo.
La sensazione è quella di trovarsi di fronte quattro amici che hanno alzato un po’ troppo il gomito e cantano sul piccolo palco del pub con la stessa foga e intensità di quattro rockstar sul palco di Wembley.
Come si fa a non adorare gente così?