Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: |
Dai nascosti recessi dell’ennesimo –ismo di turno (in questo caso stiamo parlando della visione del mondo freak 2.0 che a tanti piace considerare post-moderna) al grido di QUESTA E’ MUSICA! fanno la propria comparsa, con gran forza, schiere di ascoltatori folgorati sulla via del Drone seguiti da imponenti eserciti di critici “on the new” che brandiscono la lancia della loro personale percezione di come debba essere la musica moderna: contaminata, rumorosa, necessariamente “weird” e di conseguenza sotteranea, underground. Sono quelli che hanno accettato la provocazione per la quale il messaggio e il contenuto per forza di cosa deve essere SOLO interpretato liberamente e di conseguenza creato ex novo e reso accettabile e magari pure bello, di fatto diventando motore attivo di una grossa beffa che alcuni artisti non si sono fatti sfuggire.
Allora eccoli, gli Harshcore inseriti nel vuoto calderone del weird perché “mettono le maschere!” e “usano elettronica povera!”, “abili casellatori di bassi proto-wave e atmosfere gotiche!”, ecco Hue, titolare del progetto Der Einzige su supporto rettangolare, a farsi legittimare un paio di loops durante un periodo di scazzo con la scusa dell’industrial e “le citazioni!!” più improbabili (d’altronde se la critica ha visto DAVVERO la Skin Graft e gli STRANGULATED BEATOFFS negli Harshcore – e se non ci credete vi invito a fare un giro su Google – non vedo perché non prendere seriamente le citazioni indiane e l’omaggio involontario a Biagio Antonacci nel booklet).
Eccoli: dati in pasto alla generazione Avant, quella del Drone, del Noise, del Cheap, del Weird. Questo è il mio corpo, prendetene tutti.