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Tutto mi sarei aspettato, secondo il mio necessario pessimismo e categorica sfiducia rivolta a quei gruppi che ad un certo punto intraprendono una strada che non condivido, tranne che un bell’ep dei Porcupine Tree. Ammetto che dopo In Absentia – e già in alcune tracce del suddetto – percepivo una gran quantità di prolissi tecnicismi ammorbanti e sterili accompagnati da poca ispirazione e ripetizione stucchevole di soluzioni sempre giocate sugli stessi accordi – insomma neanche ‘Deadwing’ m’era esattamente piaciuto. E l’ultimo ‘Fear of a Blank Planet’ mi appariva un buon passo avanti seppur ancora un po’ troppo sbilanciato in una ricerca di pesantezza “metal” (lo metto tra virgolette perché più che metal nel senso proprio del termine è un’influenza chiaramente mediata dal sound degli amichetti Opeth), almeno fino a quando mi è capitato sotto mano questo ‘Nil Recurring’, generoso mini album cronologicamente contemporaneo all’ultima uscita, originariamente pubblicato autonomamente in poche migliaia di copie e ora prontamente presentato in digipack dalla Peaceville, testimone di un incontestabile ispirazione che deve aver coinvolto Wilson&Co. dopo le sbandate dei primi tentativi di rimodernare il proprio profilo sonoro. Quattro tracce che stupiscono, bilanciate perfettamente tra le incursioni più distorte e la ricerca minuziosa di dettagli che impreziosiscono la cavalcata strumentale posta in apertura come title-track (arricchita anche da incursioni chitarristiche di un certo signor Fripp…), le aperture prog-folk della bellissima Normal forte di un ritornello maledettamente appiccicoso che dovrebbe ricordarvi qualcosa di sentimentale, le derive sempre più psichedeliche e intrecciate in continui rimbalzi e rimpalli ritmici e direzionali degli altri due pezzi, il tutto votato a fornire una utile introduzione e compendio per approcciare il complesso ma gratificante ascolto del macigno full lenght. Cosa non obbligatoria ma, in caso vi trovaste stupiti ma non saziati da questa mezz’ora scarsa, consigliata.
