Pyramids – Pyramids

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Complimenti vivissimi: avere uno dei migliori act post-core in giro, inciderci solo un ep bellissimo quale l’omonimo “Mare” – 4 anni fa – per poi mandare tutto all’aria e mettere su un altro gruppo per esplorare le potenzialità dello shoegaze-black metal, che secondo gli americani è destinato a diventare la next big thing, a quanto pare, ottenendo risultati di questo tipo – oltre all’ovvia immediata pubblicazione su Hydrahead, con tanto di bonus disc di remix dalle assurde e altisonanti credenziali – è un vero suicidio.
Per avere un’idea, prendete quelle atmosfere sognanti e rarefatte che i Mare riuscivano egregiamente a coniugare con la violenza delle sfuriate a-là-Neurosis, togliete le sfuriate a-là-Neurosis, togliete il batterista, aggiungete una drum machine che neanche mio cugino (che non esce mai dalla cameretta per registrare sul suo Pentium III i dischi grim e satan-oltranzisti della sua one-man-band Nekronaut Phantomlodge) programmerebbe peggio, condite il tutto con strati di synth papocchiatissimi, effetti, sporadiche dissonanze weird-black metal – tipo in Ghost, forse la traccia più decente del lotto – e avrete un’idea di cosa contenga questo disco. Se dopo l’ascolto credete che questo lavoro sia avanguardista, che porti avanti il metal alternativo, che evochi paesaggi post-industriali di sognante sgomento scritevemi in privato che vi indico un paio di forum di fans del metal intelligente che di sicuro non si staranno risparmiando lodi e “disco del mese! Grande Hydrahead”.
Grande ‘sta minchia, ormai Hydrahead c’ha di buono solo i Cavity, questa roba è da denuncia e a parte la copertina e qualche traccia remixata (che più che remixate sono alla fin fine tracce ricostruite, poco ci si ritrova delle originali se non le fonti sonore di provenienza…) c’è poco di salvabile, tipo la versione Jesu di The Echo of Something Lovely o il lavoro firmato Blut Aus Nord che sembra richiamare una certa “dignità” nell’ambito: incredibile come sotto il tocco di signor Feld e compagni persino roba di questa caratura possa trasformarsi in inquietante melma industrial-black di qualità. Ridicolo Plotkin che gioca col black-metal industriale, moda Sunn O))) autunno/inverno 2005, meglio quando si butta sull’ambient bassarolo ma comunque niente di che, per il resto totale noia e disgusto.