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Ci vuole fiducia nel proprio lavoro – o molti soldi da buttare, ovvio – per prodursi un demo che potrebbe benissimo finire come ep sugli scaffali dei negozi, curatissimo nei minimi dettagli, registrato e mixato con tutti i crismi, bilanciato nelle composizioni come questo ‘Forget Every Sunrise’. I Lahmia hanno fiducia – e i soldi non li buttano affatto – portando avanti il discorso cominciato, con tutte le piccole pecche e sbavature della gavetta, rivolgendosi nella direzione giusta e piazzando cinque pezzi maturi, concisi, diretti e al contempo pieni di dettagli da scoprire con gli ascolti. Il sound si fa più asciutto, le chitarre creano intrecci che tanto devono ai vecchi Dark Tranquillity e in generale alla Svezia 199X – Grinding Dreams potrebbe tranquillamente uscire da ‘The Gallery’ con quei lead di chitarra inconfondibili – così come a un certo sapore tipicamente italiano, Novembre in testa (e nel cuore). Nightfall apre le danze con riff serrati e sincopati, impreziosita da arpeggi acustici perfettamente integrati nella struttura della canzone, sfociando con naturalezza in un refrain alla Dissection, Glass Eyed Child stupisce per la compattezza e la grande capacità di arrangiamento: piazzare un midtempo di questo spessore in un demo non è da tutti. Ancora più evidenti le influenze prima maideniane e di conseguenza svedesi in Game of Sacrifice, se vogliamo la più ‘scontata’ del lotto, per poi tornare in grande spolvero con The Last Dance. Dà soddisfazione veder crescere un gruppo recensito e dà ancor più soddisfazione vederlo crescere proprio come ci si immaginava e si consigliava. A questo punto posso solo dire che mi piacerebbe un po’ di scream in più rispetto al growl che a volte si sposa male con le trame delle chitarre, ma è un dettaglio da poco e molto relativo al gusto personale: la strada intrapresa è promettentissima, non mi resta che godermi questa mezz’ora scarsa in attesa di sviluppi. In bocca al lupo!