Tusk – The Resisting Dreamer

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Anticipando l’equazione: Tusk = Pelican – 1 + (cantanti di Kayo Dot e Breather Resist), mi sento di consigliare l’ascolto di questa seminascosta perla dell’anno passato a tutti coloro i quali, storditi, disgustati, sconvolti o semplicemente nostalgici – dopo l’ascolto di quello “strano” ‘City of Echoes’ – si stessero ancora chiedendo dove sia finito quel pizzico di dissonanze e droni apocalittici che animava i Pelican di ‘The Fire in Our Throats Will Beckon the Thaw’. E’ finito qui.
Registrato durante la stessa sessione in studio, talmente tanto distante da quel ‘Get Ready’ d’esordio da potersi definire potenzialmente un’altra band, il disco in questione si presenta come un ribollente magma di feedback e drone fisicissimo dal quale emergono con crescente fatica dissonanti residui post-hardcore di scuola antica, tanto per dire: Drive Like Jehu&compagnia bella, reinterpretati in chiave chiaramente Pelican, dissolti e risucchiati lentamente nella lenta marea di suono puro e cristallino che, benedetti siano quei giorni di registrazione, apparve come un rasserenante miraggio riguardo lo stato di salute del dopo-hardcore e del dopo-rock e che prende di nuovo consistenza nel lungo drone sognante della seconda metà disco regalando momenti di grazia e appagamento, come nel ritrovare un qualcosa che non ci si era ben accorti di aver perduto.