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Se la pigliano con calma gli OvO, stavolta, e ‘Crocevia’ l’attacco “in da face” preferisce conservarlo e proiettarlo non più sui denti ma su stomaco e coglioni.
L’effetto è un lavoro ai fianchi che colpisce prolungatamente per ogni secondo delle sue tracce, undici in tutto, che insieme formano in questa nuova uscita una prospettiva hardcore allucinante. Già, il nuovo OvO è a tutti gli effetti un lurido disco hardcore, o meglio rock, come mi piace pensarlo, e oggi quadra il cerchio: nella sua prospettiva marcia lo fa con delle canzoni definite e terribilmente a fuoco che si aprono e comprimono con precisione chirurgica; quadra il cerchio con una produzione ficcante ed esemplare che permette alla ormai classica formazione (chitarra, cassa, piatto) di esplodere in un suono pieno e quadrato che mai ci era dato sentire e di lavorare di cesello sulla voce di Stefania Pedretti, inserita come non mai nel magma rutilante; con un disco perfetto che non perde mai la sua altezza pur rinunciando alla pressione/tensione onnipresente in ‘Miastenia’. Il nuovo disco degli OvO è DRITTO – per quanto un disco degli Ovo che oggi accoglie tanto, tantissimo, i Black Flag quanto il japanoise/no wave possa definirsi “dritto” -, respira ed è la piena espirazione salvifica e liberatoria che arriva dall’apnea del precedente lavoro su Load (che li produce di nuovo).
Il nuovo disco degli OvO sono gli OvO nella loro massima espressione oggi, ‘Crocevia’ è dannatamente – perdutamente, liberamente – rock.