Sanremo: dove osano le facce da dialetto

Per la prima volta quest’anno, giusto in tempo per festeggiare i 150 d’Italia Unita, la malvagia commissione di Sanremo, che ogni volta riscrive daccapo il regolamento del festival modellandolo a piacere, ha avuto l’idea di istituire sotto il concorso di Area Sanremo,  Sanremo Doc: una sezione appositamente studiata per gli interpreti in dialetto. Pagando 400€ d’iscrizione si poteva accedere alla selezione ed essere valutati da una commissione di esperti composta da: Giordano Sangiorgi, patrono del MEI; Davide Van de Sfroos, cantautore dialettale comasco; Maurizio Coruzzi, in arte Platinette, noto suppellettile televisivo mediaset, a quanto pare anche fine intenditore di musica nei vari idiomi d’Italia.

Venivano anche spese parole grosse a favore di questa iniziativa sulle produzioni “glocal”, Sangiorgi per esempio si esprimeva in questi termini: “E’ un ottimo dato di partenza per fare entrare le produzioni dialettali del nostro paese all’interno della vetrina della canzone italiana”

Ed ancora si possono trovare on line dichiarazioni come “Sanremo Doc è stata la vera novità nell’ambito delle selezioni dei giovani talenti portando per la prima volta all’attenzione dei media nel grande palcoscenico sanremese la produzione giovanile musicale legata ai dialetti.”.

Insomma, dopo tutto questo popò di roba, quanti giovani artisti dialettali saranno presenti a Sanremo 2011?

La risposta è zero.

Anzi no, la risposta è uno: Davide Van De Sfroos, il commissario del concorso stesso, sarà lui a rappresentare la “produzione giovanile musicale in dialetto” direttamente nella categoria dei Big, dopotutto ha solo 23 anni per gamba.

Non sapremo mai cosa sia successo ai giovani talenti e perché siano stati TUTTI scartati alla fine, né vogliamo sapere il perché vengano lanciati questi concorsi dove alla fine l’attenzione non ricade sui concorrenti, ma sul giurato stesso. E se mai dovessimo avere un sospetto, il vernacolo ci ricordi che Sa cosa furada durada pagu, e cummenti esti benia, s’indi andada.