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27 Settembre 2011 | Constellation | Evangelistasounds.com |
Ascolti privati e un po’ schizoidi anche in questo mese, tra peccati inenarrabili e lucchetti ermetici senza chiave. Nel precedente “Prince of truth” sempre su Constellation, la performer attrice e cantante americana Carla Bozulich, tornava a far brillare le esplosioni cerebrali di tormenti e solitudini, cosa che nel nuovissimo “In animal tongue” vengono, addirittura, subliminate oltre le non colorazioni del nero sacrificale per compiere la più insolita mutazione della sua sconfinata versatilità artistica, quella di rimaneggiare – con una ritualistica intensità – i sinfonismi ispidi già squartati a dovere da altre illustri compagne divinamente spiritate, Lydia Lunch e Patti Smith.
Un disco bello e come sempre postato su quella “ereticità” di fondo, dura, spigolosa, sporca e reiterata, forte della poetica ultra-maudit che l’artista porta ad ammaliare come una maledizione sonora, un feticista approdo al camerismo ossesso che l’autrice offre come un repertorio mistico che fodera l’ascolto con pelle d’oca; non ci sono più le prevaricazioni e le lamette punk ad incidere la poetica, ma spettri, fantasmi e presenze malferme che instaurano un freddo nucleo di sperimentazioni minimali, rumori, scarti e brezze malate che sguazzano come in un’apocalittica declamazione improvvisativa “Black Jesus”, “Tunnel to the stars” dove intrecci d’archi da esorcista fanno le accordature da prova, urlano i mugugni e i larsen che grattano il fondo d’un inferno prossimo “Hatching”, sbavano le corde sgangherate di un contrabbasso suonato con l’archetto, passando il segno sguaiato di un blues Waitsiano “Bells ring fire” per arrivare al pezzo che ha lo stesso tizzone ardente nelle vene delle invocazioni di Nick Cave e che è proprio messo a ventaglio intorno al nocciolo sublime di uno spleen vergognoso da quanto bello “Artificial lamb”.
Disco da erezione per amanti dell’estatico buio sonoro, nove tracce torcibudella per eremitici calori. “Evangelista” è diventato più che il nome di una band, un “luogo aperto” che offre a chiunque voglia misurarsi col “fuori del tempo, dentro l’insondabile”, un’ampia e dilatata “ascesa” agli inferi di prima classe.
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In Animal Tongue – EVANGELISTA by Constellation Records