Mr. Oizo – Stade 2

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Monsieur Uazò è tornato, ma la sua salute mentale no. Il che è un bene, visti i risultati. Stade 2 infatti è un concentrato di adrenalina pura, che potrebbe far flippare il cervello anche al clubbettaro più incallito. Basta sentire Introeil, che sarebbe l’intro del disco, per rendersi conto che il buon Quentin Dupieux quando muta la sua identità in Mr Oizo concepisce cose che noi sani di mente non potremmo immaginarci, e se la voce con cui idealmente parla è quella inquientante che sentiamo, bè, si capisce come possa dar vita a un disco del genere.  Sua eminenza Oizo spara a raffica beat sincopati, loop sgangherati dal sound più vario; sound che cambia anche all’interno dello stesso brano.

Per tutte le prime cinque tracce non c’è un attimo di respiro, e il respiro, giusto per avere in mente con chi abbiamo a che fare è dato da EDN, una sequenza di suoni disturbanti (ma solo se siete allergici all’elettronica più “spinta”) alternati da una voce metallica che ripete “Everybody dance now”; chissà, forse nella mente malata di Oizo è un’omaggio ai C & C Music factory…

Dal punto di vista sound ce n’è per tutti i gusti, dall’elettronica 8 bit fino ad alcune divagazioni che ricordano certo rap old school, come in Ska e Camelfuck, finanche a strumenti analogici, tipo le chitarre di Cheree, arrivando anche al “big beat” di Stade 2, riuscendo in alcuni pezzi a spalmare dei synth in modalità texture di sostegno (in Datsun ad esempio).

Tutto il disco è rigorosamente con bpm elevati, ma sempre entro i limiti dell’umana accettabilità; niente sforamenti nell’hardcore e derivati, dopotutto Oizo è un signore. Gli unici rallentamenti ci sono solo in Chiffon e la conclusiva Druide, in cui il rallentamento è compensato dall’urticanza dei synth usati.

In conclusione, lo slogan un po’ salutista che potrebbe sponsorizzare questo disco: usate meno droghe sintetiche, ma ascoltate a nastro Stade 2; l’effetto per i vostri neuroni sarà lo stesso, ma almeno non sarà irreversibile!