Mercurio Night @ Circolo degli Artisti – Roma – 06 Febbraio 2013

Attitudine e Visual: Torna la rassegna Mercurio Night al Circolo degli Artisti, che stavolta vede on stage quattro esibizioni che fra loro non hanno molto in comune. L’apertura della serata è affidata all’elettro (pop) del duo Forever Alien, che accosta alle loro sonorità astratte una serie di visual che ben delineano attraverso le immagini le strutture sonore che scaturano da questo duo. Si passa ad un momento più leggero, un piacevole intermezzo con i Bicchiere Mezzo Pieno, formazione romana di estrazione indie (pop) all’esordio con il primo Ep.
E si arriva, finalmente, al clou della serata: Sonic Jesus, con un’esibizione prima solista, e poi in supporto al Damo Suzuki’s Network.
C’è equilibrio sul palco, i Sonic Jesus arrivano con la loro Farfisa, le percussioni al centro, e danno inizio ad un viaggio cosmico che porta ad esplorare un sound psichedelico influenzato da attitudini shoegaze.
Le atmosfere create dai fumogeni rendono saturi di pathos i suoni, creando visionarie geometrie sospese a mezz’aria.
Prende forma così, lentamente, la vera esibizione della serata.
Quella che poi sosterrà con entusiasmo rinnovato la performance di Damo Suzuki, naturale proseguimento dell’interazione con i Sonic Jesus.

Audio: A tratti pesante, invadente. Per quanto i Sonic Jesus abbiano impatto musicalmente, le liriche erano quasi totalmente coperte. Stesso problema durante l’esibizione di Damo Suzuki: sicuramente intensa, purtroppo poco comprensibile visti i volumi esagerati.

Setlist: Ogni gruppo ha portato on stage il meglio della propria produzione, per una serata carica di sfumature sonore.

Locura: Nulla di rilevante

Pubblico: Deludente da un punto di vista numerico. Damo Suzuki, leader delle improvvisazioni e delle sperimentazioni, che trovano nel suo Network l’espressione più elevata e completa possibile, meritava un pubblico differente, più attento. Una serata forse diversa, a partire dalla scelta di farlo suonare in un mercoledì sportivo (al calcio, si sa, gli italiani rinunciano raramente).

Conclusioni: A parte il disagio delle voci coperte, non è andata male. E’ stata una piccola chicca regalata ad un pubblico intimo, in una serata che ha aperto musicalmente le menti elevandole sonoricamente ad un gradino più alto.

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