Holograms – Forever

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La devastazione psico-fisica sta bene su tutto e in ogni decade, e in questo secondo disco gli Holograms ci sguazzano che è una bellezza: piccoli svedesi crescono. E crepano i muri.

Farsta e gli incubi post-industriali. A sud di Stoccolma c’è questa periferia che presenta tutti i tratti delle periferie inconsapevolmente nichiliste, compreso l’ospitare una band che recupera l’estetica del suo disagio latente. Farsta è la base operativa degli Holograms, e i suoi palazzi tutti uguali e i suoi terrain vague innevati risuonano dello sconforto epico dei quattro giovani adottati a distanza dalla Captured Tracks.

Qualche mese fa sono tornati da un tour che li ha lasciati sfiniti, senza lavoro ed essenzialmente senza soldi: condizione adeguatamente disperata per iniziare a registrare un disco, Forever, che non ha nulla da invidiare ad un film franco-polacco su qualcosa di triste e terrificante. Abbandonata l’attitudine vagamente cazzona che nel primo disco li avvicinava (in un confronto impari) ai danesi Iceage, stavolta sono sprofondati nell’attraente oscurità pseudo-intellettuale già esplorata da band quali Josef K, Teenage Jesus and The Jerks e Units (tutti metodicamente presenti sul loro account Tumblr, utilissimo per un ripassino di post-punk/no wave). Perché la devastazione psico-fisica sta bene su tutto e in ogni decade, come il nero (ma gli Holograms si sono già scrollati di dosso le accuse di filonazismo, quindi potete ascoltarli senza sensi di colpa): storie di vita degradata vengono raccontate attraverso un filtro di synth più umani del normale, accenni di mitologia svedese e acidità chitarristiche degne del peggior amplificatore esistente.

Il singolo ‘Meditations‘ parla da solo, e ‘Laughter breaks the silence‘ fa da colonna sonora all’immagine di copertina, con le anime dannate di Bouguereau che si scannano in modo incredibilmente aggraziato. La distensione finale di ‘Lay us down‘ sa più di requiem consolatorio che di happy ending: è la conclusione palustre di un disco che, se gli Holograms riuscissero a trasporlo appropriatamente dal vivo, farebbe crepare i muri.

[schema type=”review” name=”Holograms – Forever” author=”Sara Manini” user_review=”4″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]