Pixies @ Alcatraz [Milano, 04/11/2013]

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Attitudine e Visual
Pionieri di soluzioni musicali sempre nuove per un linguaggio sonoro scanzonato e distorto e precursori dei futuri slanci propulsivi di gran parte dell’alternative rock targato anni Novanta e degli anni a venire, i Pixies, dopo lo scioglimento nel 1993 e la Reunion del 2004, disegnano sul palco dell’Alcatraz di Milano un’istantanea temporale nitida e indelebile tra destrutturazioni garage, armonie sghembe, aggressione di slancio quasi hardcore e punte di frizzante attitudine pop. C’è così la mole signorile di Black Francis con la sua voce costruita su contorte trame di falsetto, insoliti sussurri e urla disordinate, ci sono le acide strisce chitarristiche di Joey Santiago, c’è la furia dinamitarda della batteria di David Lovering, mentre l’assenza di Kim Deal viene ben bilanciata nello stile e nelle composizioni dal basso e dalla voce di Kim Shattuck (ex componente di The Pandoras e The Muffs). E sono unicamente le canzoni a parlare, senza sosta, senza ulteriori parole e pause da parte della band, sono i testi ad esprimere un’idea e il “wall of sound” a destabilizzare e realizzare un concetto su tappeti di elettricità infettiva.
Audio
Buono e ben distribuito. C’è un’elegante e risoluto fascino nella qualità e nella definizione del suono proposto dai Pixies, potente, pieno e corposo nei sui piccoli e differenti dettagli.
cnn
Setlist
Caribou
Monkey Gone to Heaven
Velouria
Havalina
Vamos
Here Comes Your Man
Bagboy
River Euphrates
Crackity Jones
Something Against You
Distance Equals Rate Times Time
Wave of Mutilation
Winterlong (Neil Young cover)
Cactus
Nimrod’s Son
Indie Cindy
Ed Is Dead
Brick Is Red
Break My Body
Bone Machine
What Goes Boom
I’ve Been Tired
Blue Eyed Hexe
Broken Face
Isla de Encanta
Tame
Hey
Big New Prinz (The Fall cover)
Head On (The Jesus and Mary Chain cover)
Gouge Away
Debaser

Encore:
Motorway to Roswell
In Heaven (Lady in the Radiator Song – David Lynch)
Andro Queen
Where Is My Mind?

Momento migliore: In balia di quel senso di melodia e rumore tipico dei Pixies, c’è tutta la storia della band in quest’ora e quaranta circa di concerto, tutta l’energia e l’intensità dei grandi classici, mescolati ad alcune cover (In Heaven di David Lynch contenuta nella colonna sonora della pellicola Eraserhead, Head On dei The Jesus and Mary Chain, Winterlong di Neil Young e Big New Prinz dei The Fall) e ai brani del nuovo Ep. Si materializza così la ballata oscillante Caribou, traccia d’apertura del miniLP Come on Pilgrim (1987) e successivamente inclusa nella versione europea di Surfer Rosa, la carica di adrenalina di Vamos, l’album Bossanova (1990) con Velouria eHavalina e ancora la simpatica purezza di Here Comes Your Man, Debaser,Wave of Mutilation (da Doolittle), Bone Machine (da Surfer Rosa assieme a Brick is Red e Break my Body), le nuove Bagboy
e Indie Cindy, la velocità “gitana” diIsla de Encanta e la potenza catartica di Hey (Doolittle). Nel bis infine non potevano mancare le altalenanti visioni di un inno indimenticabile come Where Is My Mind?.

Pixies
Pubblico: Un sold out per questa unica data italiana dei Pixies che ha visto l’Alcatraz popolarsi di nostalgici dei ‘90’s, tra danze, salti, urla e frasi cantate all’unisono in un tacito e intenso feeling tra lo stesso Black Francis e i presenti.
Locura: Non pervenuta
Conclusioni: Un concerto questo che è riuscito, nonostante l’assenza di Kim Deal, a ricreare la ruvidezza e la magia di un tempo con classe, interezza ed esecuzioni impeccabili. Una fotografia live fatta di ombre ruvide, di adrenalina atipica ed energia arcaica, che tra colpi di riff, strutture lineari e itinerari spigolosi, è ancora capace di radicare i ricordi e abbarbicarsi tra le emozioni di tutti i presenti.