The Amazing Snakeheads – Amphetamine Ballads

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From Glasgow with hate: tra fluidi sonori torbidi, incubi notturni e fumi di anfetamina

L’esordio degli Amazing Snakeheads (Dale Barclay, William Coombe e Jordon Hutchison), Amphetamine Ballads, segue il suo percorso sonico inseguendo coordinate dal forte impatto materico, incalzando attimo dopo attimo con uno stile compositivo graffiante fatto di istanti alcolici e putride esalazioni sonore.

Mari caotici e sfrenati che irrompono con violenza, scaraventando l’ascolto tra scariche poderose e adrenalina disordinata, mentre il rock & roll più classico si mescola a visioni psychobilly, a sfumature di torbido blues e al caos tutto post punk che poi cede il passo alla allucinazione ritmica più oscura e cadenzata.

E poi c’è la voce di Dale Barclay sghemba, roca e ululata che si muove sinuosa e roboante tra tuffi di elettricità, corpose vibrazioni, pianure armoniche e distorte note di sax (Flatlining). Le sonorità dilaniate e altisonanti corrono tra loro soffocate e aperte al contempo nell’ideale, quanto concreta e dannata, “bettola melodica” mentre un gong fa da apripista alle urla di I’m A Vampire e l’incedere in un mondo notturno e narcotico (Nighttime, Here It Comes Again) si accompagna a ballate decadenti e oscure (Tiger By The Tail).

Amphetamine Ballads è un album impregnato di fumo e liquori, con un sound che sembra prendere vita dalla notte stessa e dai suoi sotterranei più nascosti, quelli consumati dalla vita e dalla dannazione dei sentimenti. Tenebre e inferno, adrenalina e furore, rabbia semplice, urlata, lacerata e squallida che sa di pathos e perdizione.

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