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15 Settembre 2014 | tri-anglerecords | soundcloud | ![]() |
La Tri-Angle Records di Robin Carolan da quell’esordio targato Balam Acab ne ha fatta di strada, ed in pochissimo tempo. Una precocità che va addebitata al trasporto emozionale del proprio creatore nei confronti degli artisti che con grande istinto inserisce nel proprio rooster; per intenderci, Robin è uno che affronta il lato più underground del comparto elettronico con la stessa passione riscontrabile in un amante appassionato. Pathos e distorsione della realtà.
L’amicizia con Seb Gainsborough nasce dallo stesso Carolan fin da subito, attratto com’era da un artista emergente dotato di una così intensa carica passionale nei confronti della propria arte. Sodalizio che culmina con il ‘fisico’ ‘Order Of Noise‘ del 2012. Sebastian, incarna perfettamente l’estetica dell’etichetta. Compositivamente, considerato come uno scimpanzè in continuo movimento, perennemente eccitabile dagli input esterni, l’uomo dietro la sigla ‘Vessel’, nasconde fra le proprie sonorità una ricerca mai celata del subconscio. Tacciato dopo l’esordio di una certa scrittura ‘scura’, pessimista, il musicista Inglese si è sempre professato anarchico in questo senso, analizzando i propri spazi mentali incurante della loro effettiva provenienza.
Cresce nella Bristol dei club, anche se non ha mai citato come influenza portante la fiorente scena cittadina – Relegata ad un 7% del proprio background, dichiarerà Ndr -. Rivolto verso una ricerca compositiva più personale e umorale. Armato di un software pirata regalato da un amico, il giovane scopre di possedere una passione sconfinata per l’elettronica, ma soprattutto verso quello che si poteva comunicare con essa. Poi sono Xenakis, Cage, Bayle, Parmegiani e Stockhausen a guidarlo, insomma i pionieri. Fondamenta solide che lo porteranno verso un approccio sempre più votato ad un’espressività ‘Hardware’.
Quando decido di fare musica mi siedo al centro di una spirale di strumenti ed effetti
Per questo ‘Punish & Honey’, la press release parla di influenze ‘Glam’, e qui l’affermazione andrebbe decifrata. Sicuramente il discorso è ascrivibile alla forte apertura di Sebastian verso la condivisione delle proprie idee, del farsi influenzare ed influenzare a sua volta, in primis da compagni di Etichetta quali: Forest Swords e How To Dress Well. Certo, ascoltando ‘Red Sex‘ l’intenzione di portare sul banco degli imputati i Suicide, associandoli a quel ‘Glam’ di cui sopra, è forte, ma siamo anche consci di quanto non ci siano mai stati concetti espliciti dietro le creazioni dell’artista. Un’anima libera, che paragona appunto il proprio processo compositivo ad: ‘Un diario per il proprio subconscio‘. Una seconda prova più ragionata, meno fisica, legata ad un processo di crescita costante da parte di un’artista curioso e mai intimorito nel cercare soluzioni alternative.
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