Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: (da 1 a 5) |
23/06/14 | DominoRecordCo | WhatIsThisHeart.com |
This world is such a pretty thing.
(House Inside)
Questa qui sopra è l’ultima frase di What Is This Heart?: le ultime parole pronunciate dal trentenne Tom Krell, spirito e corpo del progetto How To Dress Well. Tuttavia questo terzo album non è per nulla un inno alla gioia, e non ha assolutamente l’assurda pretesa di mostrare un mondo colorato e resistente: quel presunto musicista dal nome Pharrell Williams per quanto ci riguarda potrebbe anche morire di diabete o distribuire caramelle colorate ai bambini fuori delle scuole, perché qui si preferisce rimanere nell’oscurità. Se guardi nel buio a lungo, c’è sempre qualcosa, diceva Yeats; invece se guardi troppo il sole ti si brucia la retina, diciamo noi, e sono problemi, dice Pharrell. Piuttosto che ci si accontenti di accendere ogni tanto una minuscola fonte luminosa, già sforzo sovrumano: per questo il finale di House Inside suona come un passo decisivo, se pure possa sembrare minuscolo; ammettere la bellezza del mondo innanzi alle sue atrocità è un primo atto pratico del voler cambiare le cose, con criterio e coscienza.
Non è proprio come dire “Oh, il mondo è una cosa bella. Krell ora è un ragazzo felice.” (…) Se leggiamo le notizie, o se facciamo delle ricerche – in un qualsiasi campo -, si vede come il mondo sia una cosa terribile. Penso sempre a questa citazione di Wallace Stevens: “Il mondo è brutto e le persone sono tristi”. E penso sia vero almeno al 98 percento. Viviamo in un universo nichilistico, e privo di Dio. È vero. Non c’è Dio. Non c’è alcuna ragione per cui noi siamo qui. Quindi se non c’è alcuna ragione del nostro essere qui e il 98 percento della nostra esistenza è fame e violenza e tristezza, allora inseguire quel 2 percento (…) è enormemente difficile. Davvero difficile. [tratto da Spin.com] V’è dunque un angusto e impervio anfratto percentuale dove cercare quell’immagine di gioia tanto agognata, ma bisogna avere la consapevolezza che il percorso continuerà sempre al buio, come in una cantina: mai esporre il vino a una eccessiva luminosità.
Per questo quel PBR&B – al quale Krell stesso dice di non appartenere, se non in minima parte – procede qui cautamente tra pezzi angosciosi e sprazzi luminosi e armoniosi (Precious Love, forse l’unico punto di contatto con il precedente Total Loss). E inutile negarlo, i picchi di questo What Is This Heart? si raggiungono proprio lì dove i toni si fanno più cupi: e che non si dica che See You Fall e Pour Cyril non siano due capolavori, con quei pianoforti, i cui bassi si buttano in ammirabili pozzi di profondità animalesca, da una parte; e dall’altra, emulazioni violinistiche trascinanti melanconia impetuosa in ogni ripida salita armonica. Diciamo che quindi nel progetto How To Dress Well v’è una certa originalità nel procedere verso la notorietà mantenendo una bellezza scevra di compromessi:
I want my music to be pop, but not populist — I want to be #1 on Billboard, but I want to do it on my own terms
L’arte del nostro Krell è un parallelismo musicale tracciato alle fotografie per lo più bicromiche dell’artista Chadwick Tyler: arte popolare al servizio della tristezza e della sensualità.
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