This Will Destroy You @ Circolo Degli Artisti [Roma, 24 settembre 2014]

 

IMG_4910

Attitudine e Visual:

Quando le parole non servono, giunge il suono col suo magma incandescente ad abbarbicarsi tra visioni di matrice strumentale; quando mancano le parole, ci si trova spesso immersi da maree post rock come nel caso della musica dei texani This Will Destroy You. In scena al Circolo degli Artisti, la band di San Marcos, con un look da “gente di montagna” (cappellino con visiera compreso), sviscera così il suo sound mescolando, tra quiete e tempesta, lo stile tipico del genere a dilatazioni dal sapore ambient e lambendo territori doom e shoegaze (o doomgaze come la band ama definirsi), per un live in balia di melodia e visioni sperimentali. In apertura i Lymbyc Systym, Jared e Michael Bell due fratelli dell’Arizona, che giocano in maniera quasi goliardica con l’elettronica fusa all’impronta più propriamente strumentale, raggiunti sul finale dai This Will Destroy You per eseguire alcuni brani dello split Field Studies. Successivamente i suoni si fanno via via più cangianti tra attimi chiaroscurali e immagini in negativo di animali, meduse e leggiadre ballerine che scorrono sullo schermo, mentre le chitarre di Jeremy Galindo e Christopher Royal King  “lottano” pacatamente con le scariche di batteria di Alex Bhore e le melodie vengono inseguite dal basso di Donovan “Dono” Jones e accompagnate morbidamente dalle sue tastiere, dipingendo un live che attimo dopo attimo si colma di gradazioni ritmiche sempre più energiche, catartiche e ipnotiche.

Audio:

Il suono sembra seguire splendidamente l’andamento del concerto stesso, ovattato e sognante nei momenti più distesi e reboante, sino a far vibrare prepotentemente i bassi sotto i piedi, negli istanti più carichi e corrosivi del live.

Setlist/Momento migliore:

Gran parte del live è affidato alla presentazione dell’ultimo album Another Language, senza dimenticare il passato della band, in un turbine infinito di suoni che si affastellano tra loro aumentando brano dopo brano, in un unico crescendo ritmico di lava sonora che non ha fine. Calma eterea e oscurità pesante e penetrante si fondono e si confondono tra loro, mentre la band si piega sui propri strumenti e sull’intensità dei pezzi senza spendere alcuna parola se non nel finale, tra battute sulla partita proiettata prima del live e i ringraziamenti, per elargire un potente alternarsi di grazia e pulsante muro di note e di esasperazione sonora. Fra i brani del nuovo album spiccano Dustism, Invitation, War prayer e New Topia. Vengono proposti poi brani dall’Ep Young Mountain (I Believe In Your Victory, There Are Some Remedies Worse Than Disease e Quiet nel bis), dall’album omonimo del 2008 (Burial on the Presidio Banks, A Three-Legged Workhorse, Villa Del Refugio, Threads) e Black Dunes
da Tunnel Blanket.

IMG_4913

Locura:

Non pervenuta

Pubblico:

Sala gremita con un pubblico carico ed euforico soprattutto durante l’esecuzione dei brani più datati del gruppo, spesso attonito e ad occhi chiusi nei momenti più onirici del concerto.

Conclusioni:

I This Will Destroy You, nella contaminazione del post rock con altre e più minacciose tavolozze sonore, sanno creare sapientemente il loro complesso universo ritmico soprattutto in ambito live con una resa inoppugnabile e un’impeccabile pulizia sonora. Costruendo ipotetiche lande cinematografiche attraverso i loro script sonori densi e impalpabili al contempo, alternano visioni di film muti d’altri tempi a oscure trappole noir pregne esclusivamente di suono. Perché quando la parola muore, arrivano i This Will Destroy you a demolire ogni certezza.