The Noobs – Disrhythmic

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15 novembre 2014 Autoprodotto thenoobs.funk

Di tutti i discorsi fatti sul concetto di “Retromania” ai The Noobs sembra non fregare poi un granché. E fanno bene. Quello che però sorprende è l’accorgersi di essere al cospetto di una vera e propria crociata votata alla difesa delle proprie passioni musicali, del poter reinterpretarle mediante la propria visione d’insieme. Senza che nessuno punti il dito, o si ponga interrogativi inutili sulla scelta della band. Il discorso è dipanato mettendo subito in chiaro le cose, ponendo in cima il rispetto verso il passato. Non a caso il termine videoludico “Noobs” sta per novellino, inesperto: tributo alla grandezza degli interpreti che hanno ispirato la band fin dalla loro unione nel 2011. In seconda battuta c’è quella copertina stile newspaper che fa il verso all’incomunicabilità odierna.

Fin da subito Disrhythmic – a simboleggiare la perdita di una metrica musicale lineare, debitrice di un passato glorioso – si manifesta come ode ai fasti della musica nera ed alla cultura ad essa annessa, facendosi beffe dei riferimenti musicali odierni – e forse è un bene. Ma non è ovviamente tutto qui. L’esordio della band Perugina, autoprodotto grazie alla piattaforma Musicraiser, assimila una certa metrica di riferimento Afroamericano per aprire varchi temporali all’interno della Black Music. Nelle vene dei nostri scorre forte la passione per Funk, Soul, Blues e Jazz, per la Motown e la Deptone Records. Un linguaggio raffinato e senza tempo che la voce di Manuela Pucciarini tratta con i guanti di velluto. Siamo dalle parti di Etta James, Mavin Gaye e Stevie Wonder, qui plasmati con devozione e tocco personale.

Un album elegante che vede i The Noobs come una delle migliori risposte Nu-Soul dello stivale.
[schema type=”review” name=”The Noobs – Disrhythmic” author=”Alessandro Rossi” user_review=”3″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]