Levon Vincent – Levon Vincent

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La carriera di Levon Vincent partì sul finire degli anni Ottanta, quando ancora teenager mosse i primi passi nell’ambito del Djing. Ma per affermarsi servì tempo, tenacia e dedizione. Lo comprese suonando in quella New York nineties che vide come sindaco Giuliani. Lo stesso sindaco che con pesanti sanzioni mise per qualche tempo una pietra tombale sulla vita notturna della grande mela. Fu un momento difficile per Levon, che senza farsi prendere dallo sconforto decise di tornare a studiare in modo da apprendere tutti i segreti della composizione musicale e della produzione; per poi tornare all’ennesima potenza.  E così fece, ed il successo, anzi diciamo il rispetto, arrivò, ma non da N.Y, da Londra. Fu proprio il Fabric, nota discoteca Londinese a proporre con sempre maggior frequenza le tracce del nostro, con grande riscontro da parte del pubblico.  Curioso di natura, e stanco della solito clubbing, decise di aggiungere qualche freccia al proprio arco recandosi a Berlino per qualche mese, sperimentando così il mood cittadino: ricordandolo tutt’oggi come un periodo di grande crescita.

Persona schiva, dall’immancabile cappuccio a coprire buona parte del viso, Levon Vincent, oggi è uno dei produttori Techno più orgogliosamente indipendenti del pianeta. Uno che viaggia con un sintetizzatore e delle scarpe da ginnastica nello zainetto, per intenderci. Ma anche un grande professionista della “vecchia scuola” quando l’Hardware era ancora una religione. Dopo quasi venti uscite, buona parte delle quali per la sua Novel Sound, oggi ci stupisce pubblicando il primo lavoro omonimo. Un album che già un giorno prima dell’uscita ufficiale, mette bene in chiaro chi sia il personaggio Levon Vincent: uno capace di renderlo disponibile gratuitamente. Voi vi chiederete il perché, ed io vi dico che quando si parla delle metodologie da utilizzare all’interno del Music Business, Levon Vincent non ha nulla da invidiare a nessuno. I suoi dischi non vendono tantissimo, ma la sua impronta sulla scena e sui media è fortissima: se siete curiosi andate a vedere le visualizzazioni delle sue performance su YouTube.

Il nuovo lavoro consta in 11 tracce tenebrose che l’artista ha ironicamente così descritto nel suo profilo Facebook:

“Questa è musica per i brutti anatroccoli del mondo. Musica per cigni. Se siete membri dei ratti, arrampicati attorno a un cassonetto mentre i vostri simili a combattere per il potere, potete certamente ascoltare ma sappiate – questa non è musica per voi. Questa è un’azione contro di voi”

Fin da subito emerge il carattere anticonformista di un performer che non hai mai lasciato nulla al caso, studiando nel minimo particolare anche questa frase. Un purista della Techno che oggi rilascia quella che è forse la summa di un percorso pluriventennale con la classe e l’ermetismo che gli compete. Undici movimenti scarnificati, che sovente impattano con la dark-wave più elettronica senza mai entrarvi in conflitto (The Beginning, Phantom Power). Capaci di evocare l’oscurità come solo certi paesaggi apocalittici a là Kangding Ray (Junkies on Hermann Strasse). Sotterranei ed austeri (Her Light Goes Through Everything), enigmatici (Woman is an Angel) e redentori (For Mona, My Beloved Cat Rest in Peace). Da non perdere.