Föllakzoid – III

Acquista: Voto: (da 1 a 5)

È un cerchio cosmico tracciato su colline desertiche quello scalfito dai Föllakzoid, tra i paesaggi di Santiago del Cile e ritmi dalle atmosfere “trascendentali”. III giunge a circa due anni di distanza dal precedente II, ampliandone le costruzioni sonore.

Il nuovo lavoro è infatti un gioco lisergico di reiterazioni massicce, di loop acidi che si affacciano all’universo industriale: tra lame motorik e battiti minimali dalla struttura corrosiva. Più denso, tagliente e serrato dunque rispetto alle distese astrali del suo predecessore, l’album si muove tra le infiltrazioni ruvide degli strumenti, la circolarità infinita e i suoni elettronici atonali, mentre gli echi sfumano e diventano inesistenti. Un’oscurità latente aleggia fra i brani mentre i synth diventano materici e concreti anche grazie alla collaborazione e alle frequenze elettroniche manipolate dal tedesco Atom™  – con il suo sintetizzatore Korg, utilizzato persino dai Kraftwerk nei loro tour degli anni ’80.

Complessi sonori incessanti e repentini (Electric). Pulsazioni stranianti divorano i suoni dalla superficie (Earth). Arriva anche il momento di una trance quieta che racchiude in sé un esotico sapore meditativo e lontano (Piure), per poi sprofondare nuovamente tra cavalcate inarrestabili (Fuerzeug).

Con III cambia dunque l’acidità del trip ma non la sostanza. L’album è un muro terrestre e monolitico, edificato nell’essenza circolare del ritmo; è un androide che cade in una trance corposa e logorante, è una ruota che gira su immensità di tribalismi sintetici tra sabbia e acqua, cielo e terra.